Wikipedia scende in campo direttamente per fare maggiore e ulteriore pressione sui parlamentari europei che tra pochi giorni dovranno scegliere da che parte stare a proposito di revisione della legislazione europea in materia di copyright . La vicenda è nota e gira attorno agli articoli 11 e 13 della bozza che il Parlamento sarà chiamato a votare giovedì 5 luglio a Strasburgo.
La discesa in campo di Wikipedia sulla riforma del copyright si basa su un banner che da oggi comparirà su tutte le pagine dell’enciclopedia libera, un modo per alzare il volume di una protesta che, partita da 70 firme autorevoli (tra le quali quella del fondatore di Wikipedia, Jimmy Wales), sta raccogliendo consensi e preoccupazioni. Il timore è quello che una votazione favorevole andrebbe a minare le basi sulle quali la Rete è stata costruita in questi anni. L’hashtag non è casuale: #saveyourinternet significa che il voto del Parlamento rischia di sradicare alcuni principi alla base della definizione della rete odierna, dando la stura ad un futuro difficile da comprendere, ma sicuramente rischioso per quello che è in assoluto il maggior canale di espressione e di condivisione utilizzato a livello globale. L’Europa vuole davvero assumersi una responsabilità di questo tipo senza prima averne soppesate bene le conseguenze? Questo chiede Wikipedia: un “supplemento di democrazia” che permetta di compiere un passo simile soltanto dopo aver piena e assoluta certezza che nessuno ne abbia inquinato, ostacolato o deviato il percorso:
Il testo su cui gli eurodeputati sono chiamati a esprimersi è stato duramente osteggiato da migliaia di associazioni, ricercatori, esperti, giornalisti, piccoli editori, nonché tantissimi cittadini europei. Proposte alternative sono state approvate a larga maggioranza in alcune commissioni del Parlamento europeo ma respinte dalla commissione giuridica del 20 giugno per pochi voti: per questo riteniamo che sia opportuno un supplemento di democrazia e che i 750 eurodeputati possano riconsiderarle.
Ed oltre ai noti art.11 e art.13 aggiunge un esempio significativo:
Fra le misure di buon senso neglette dalla commissione giuridica spicca la libertà di panorama: un emendamento, già approvato da altra commissione, che avrebbe dato ai fotografi di tutta l’UE pieno diritto d’autore sulle fotografie di luoghi pubblici da loro scattate, anche contenenti sculture o edifici eretti da meno di 150 anni. Tale diritto non solo è necessario per il lavoro dei fotografi professionisti ma è indispensabile per chiunque voglia pubblicare le proprie foto in Wikimedia Commons nella piena legalità, rendendole un bene comune. Migliaia di fotografi, enti locali e altre organizzazioni ne hanno compreso l’importanza partecipando a Wiki Loves Monuments.
Wikimedia prende quindi anzitutto posizione e lo fa non tanto contro la riforma del copyright annunciata e avviata dalle autorità europee, ma lo fa soprattutto contro specifici aspetti della riforma stessa. Anzitutto l’enciclopedia “rifiuta categoricamente ogni approccio che danneggia subito tutti mentre offre solo promesse di vantaggi ad altri”; inoltre ” Wikimedia Italia rifiuta inoltre ogni misura che impedisca la creatività dei cittadini e il riuso anche commerciale delle opere dell’ingegno a ciò destinate dai propri autori, o che concorra a frammentare ulteriormente Internet in UE costringendo i siti a seguire licenze nazionali, contrariamente allo scopo dichiarato della direttiva sul mercato unico digitale.”
La chiosa è una chiamata all’azione particolarmente forte, invitando gli utenti ad agire presso gli eurodeputati interessati per far pressione contro una votazione ritenuta affrettata: ci sono emendamenti che necessitano di essere rivisitati per “assicurare la democrazia del processo”. La seduta plenaria di giovedì dovrà considerare questo aspetto: si è fatto tutto quanto necessario per assicurare massima linearità ed efficacia alla riforma europea del copyright? Il voto assume quindi grande importanza e l’azione di persuasione in atto in queste settimane chiede semplicemente una pausa di riflessione per consentire all’Europa di capire se sia davvero questa la strada che si intende intraprendere.