Roma – Chi non ha mai sentito parlare di PSP, la console portatile prodotta da Sony , al centro di una enorme campagna promozionale sui media nazionali? PSP non è soltanto una console, ma anche una interessante piattaforma di sviluppo : buona potenza di calcolo, dimensioni ridotte e connettività Wi-Fi. Un kit di sviluppo open-source, rilasciato con licenza BSD, è per esempio già disponibile per la creazione di programmi avanzati.
Peccato che l’azienda giapponese, spaventata dallo spettro della pirateria , stia facendo di tutto per evitare che gli utenti possano mettere le mani su questa promettente piattaforma. Ma i programmatori WAB , un team di appassionati, è riuscito ad aggirare le protezioni “antipirateria” inserite nel firmware di PSP. Le console attualmente in commercio sono infatti dotate di firmware 1.52, che esclude ogni possibilità di far girare software autoprodotto : emulatori, strumenti Internet ma anche giochi se privati di protezione.
I giovani di WAB, come dimostra l’ormai celebre filmato dell’ exploit , sono stati in grado di eseguire un downgrade del firmware , che “sblocca” le PSP rendendole, praticamente, universali. Con l’aiuto di questa ingegnosa modifica, stando alle dichiarazioni degli autori, sarà come ottenere l’equivalente di un ” mod-chip “. Il tool che permette il downgrade, nonostante una vera valanga di indiscrezioni, è ancora nelle mani di pochissime persone. Sembra che si tratti di una utility, chiamata “lflash”, che permette l’accesso totale ai dispositivi di I/O della console. Simile a kxploit , questo tool consentirebbe di poter trasferire codice eseguibile all’interno della console portatile.
Sony, sin dal lancio della console, ha voluto fronteggiare vigorosamente l’offensiva degli smanettoni con continui aggiornamenti al firmware, nel tentativo di complicare la vita soprattutto ai pirati. Gli utenti di tutto il mondo stanno lamentandosi per la politica aziendale di Sony: nonostante PSP abbia le carte in regola per conquistare il mercato delle console portatili, l’impossibilità di poterla sfruttare al massimo viene percepita come una grave limitazione.
Nonostante le mosse della prestigiosa multinazionale giapponese, il traffico di software pirata è più che florido: molti giorni prima dell’uscita europea di PSP, numerosi giochi e film in formato UMD erano già disponibili sulle maggiori reti P2P. E come spesso accade, qualcuno sta già lucrando grazie a questo attivo mercato parallelo.
Tommaso Lombardi