Gli scambi di Bitcoin in Russia e Ucraina crescono oltre il 300%

Gli scambi di Bitcoin in Russia e Ucraina crescono oltre il 300%

Gli scambi di Bitcoin in Russia e Ucraina sono cresciuti complessivamente di oltre il 300% superando gli 80 milioni di dollari con la guerra.
Gli scambi di Bitcoin in Russia e Ucraina crescono oltre il 300%
Gli scambi di Bitcoin in Russia e Ucraina sono cresciuti complessivamente di oltre il 300% superando gli 80 milioni di dollari con la guerra.

Secondo i dati raccolti da Coinshares, famoso exchange crypto, dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, le transazioni di Bitcoin in questi due Paesi sono esplose. Infatti, il rapporto indica che gli scambi sono cresciuti, complessivamente, ben oltre il 300%.

In altre parole, tradotto in dollari, il record segnalato supera gli 80 milioni di dollari di scambi. Ovviamente questa cifra non si avvicina all’economia delle due nazioni, ma dimostra come la rete di Bitcoin stia crescendo. Inoltre, questa informazione, ci restituisce ancora una volta l’idea di quanto sia particolarmente solida questa criptovaluta nonostante le tensioni geopolitiche e un conflitto in atto.

Le criptovalute sono diventate un bene di rifugio per gli investitori e stanno vivendo giorni da protagoniste dal giorno dell’invasione russa dell’Ucraina. Tra le più apprezzate c’è Bitcoin, molto probabilmente per la sua diffusione, essendo il primo asset digitale per capitalizzazione di mercato.

Bitcoin mantiene il suo primato anche in Russia e Ucraina

Durante questo conflitto, Bitcoin ha saputo dimostrarsi una risorsa importante sia per la Russia che per l’Ucraina. Questi due Paesi infatti, per motivi differenti, hanno dovuto affrontare un pesante ban dai circuiti elettronici locali e internazionali. La scarsità di denaro contante e digitale, dovuta al blocco dei bancomat e dei sistemi di pagamento, ha portato le persone a rivolgersi alle criptovalute.

Bitcoin, da buon liberale bipartisan, si è rivelato un ottimo aiuto. Questo alleato neutrale ha dimostrato libertà di scambio e disponibilità di transazioni. Ad averlo notato è stata, tra le tante, la piattaforma Coinshares che ha rivelato i valori di scambio della regina delle criptovalute nei due Paesi.

Praticamente, dall’inizio del conflitto, i volumi di scambio di Bitcoin in Russia sono cresciuti del 231%, mentre in Ucraina del 107%. Questo è il risultato dovuto all’impossibilità di accedere ai sistemi di pagamento internazionale. Per i russi a causa delle sanzioni internazionali e di possibili prelievi forzati per finanziare la guerra. Per gli ucraini, invece, a causa dell’invasione russa e per la necessità di proteggere i propri risparmi da un possibile furto di guerra.

Ciò nonostante, non si può affermare che la Russia stia iniziando ad aggirare le sanzioni grazie alle criptovalute. I volumi appena descritti non corrispondono in minima parte alla quantità di denaro che gli oligarchi russi hanno bisogno per potersi sottrarre alle sanzioni.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
12 mar 2022
Link copiato negli appunti