Il Consiglio dell’Unione europea doveva votare oggi la proposta di legge che prevede una serie di misure per contrastare la diffusione di CSAM (Child Sexual Abuse Material), tra cui l’obbligo per WhatsApp, Signal e altri servizi di effettuare la scansione dei messaggi privati. La Presidenza belga ha posticipato il voto in seguito alle pressioni ricevute da molti governi e organizzazioni che difendono la privacy.
Controllo governativo delle chat?
La proposta di legge per la prevenzione e lotta contro gli abusi sessuali online sui minori è stata presentata dalla Commissione europea l’11 maggio 2022. Subito erano emersi gravi pericoli per la privacy degli utenti. Per identificare e bloccare i CSAM è necessario effettuare la scansione dei messaggi, ma ciò è possibile solo disattivando la crittografia end-to-end. In pratica, i fornitori dei servizi sarebbero costretti ad aprire una backdoor che potrebbe essere sfruttata dai cybercriminali per accedere ai dati personali e da alcuni governi per avviare una sorveglianza di massa.
Alcuni membri del Parlamento europeo aveva suggerito modifiche al testo, mentre il Consiglio ha continuato a spingere per l’approvazione della proposta iniziale. L’ultima versione prevede un sistema denominato “upload moderation“, con il quale i messaggi dovrebbero essere controllati prima dell’applicazione della la crittografia end-to-end. Gli utenti devono accettare la scansione dei messaggi, altrimenti non possono più condividere video, immagini, audio e link.
La Presidente di Signal ha evidenziato che è solo un nuovo termine per indicare la stessa finalità. Ha inoltre confermato che Signal abbandonerà l’Europa in caso di approvazione. Il voto previsto per il 19 giugno era stato posticipato ad oggi, ma è stato eliminato dall’agenda del Consiglio. Un rappresentante della Presidenza belga ha dichiarato che la maggioranza qualificata richiesta non sarebbe stata raggiunta, quindi il voto è stato posticipato.
Tra i paesi che si oppongono alla legge ci sono Germania, Austria, Lussemburgo, Olanda, Polonia e Repubblica Ceca. Tra i paesi che non hanno ancora preso una posizione ci sono Italia, Finlandia, Svezia, Slovenia, Estonia, Grecia e Portogallo. Tutti gli altri sono a favore. Un nuovo tentativo di voto verrà probabilmente effettuato durante il semestre di Presidenza dell’Ungheria (dal 1 luglio al 31 dicembre).