Roma – Lo avevano proposto solo poche settimane fa e già sono giunti ad un primo risultato: sono i promotori di Plagio Italia , singolare iniziativa che promuove il plagio come strumento necessario , come “arte di vivere” e come “metafora della pratiche esistenziali di costruzione e decostruzione dei mondi che abitiamo”.
Il primo frutto di questo neonato movimento, secondo qualcuno destinato a scontrarsi prima o poi con i paletti del diritto d’autore, è il Volume 1 , un contenitore di brani musicali che, come illustra la sua copertina (vedi immagine), si richiamano tutti allo slogan “Explicit plagiarist italian pop music”.
“Per ora – raccontano i promotori dell’iniziativa – sono arrivati 25 brani e abbiamo così deciso di pubblicare un primo volume con i primi 10 brani selezionati”.
L’album, scaricabile direttamente dal sito, comprende musiche che “fondono” Battiato con i PearlJam, oppure Sakamoto con Alvo Noto e Luc Ferrari o, ancora, De Andrè, Gaber, Jannacci, Verdone ed altri. Una decina di mp3 scaricabili anche singolarmente.
“Il plagio – affermano i promotori dell’iniziativa – è l’archetipo dell’attività umana (e quando parliamo di attività non parliamo mai di lavoro…). È rubare le parole agli altri per imparare a parlare. È diventare qualcun’altro per evitare di essere se stessi. È riconnettere il tutto con tutto per farne poi qualcosa di inevitabilmente situato e parziale. Il plagio è un’ecologia della mente, è la riappropriazione e lo smembramento delle culture, è il tritacarne dell’antropocentrismo e dell’individualismo”.
Ma Plagio Italia non si fermerà al primo volume. E spiega: “Altre raccolte verranno, quindi continuate ad inviare, linkare e segnalare”.