Si tratta di uno studio che avrebbe scatenato le ire degli agguerriti signori del copyright, probabilmente sicuri di poter sparare a zero su tutti i condivisori della Rete che operano nell’illegalità. Oggetto dell’analisi, gli utenti della piattaforma tedesca Kino.to , già descritta dai vertici dell’industria cinematografica come una pericolosa organizzazione di stampo criminoso .
A preparare il report sono stati gli analisti di GfK Group , società tedesca specializzata in ricerche di mercato. Ma i risultati ottenuti non avrebbero affatto accolto i favori di una non meglio precisata azienda committente, decisa di conseguenza a rendere inaccessibile il report stesso .
Secondo le prime ricostruzioni apparse online, l’analisi di GfK Group avrebbe sottolineato come gli utenti di Kino.to non siano così vicini a quell’immagine del parassita tanto sbandierata dall’industria dei contenuti. Anzi, la comunità della piattaforma – molto popolare in paesi come l’Austria e la Germania – rappresenterebbe addirittura la miglior clientela dei principali media audiovisivi .
In altre parole , i cosiddetti scariconi di Kino.to sfrutterebbero la stessa piattaforma per provare determinati contenuti, prima di passare all’esperienza legale del consumo di CD, DVD e proiezioni di celluloide . Dati inaspettati e sgraditi per l’industria, che nello scorso giugno aveva guidato una vasta operazione di polizia europea per chiudere le attività del sito.
Ben 13 admin di Kino.to erano dunque finiti in manette, accusati di aver messo in piedi un business legato alla massiva violazione del diritto d’autore. Pare ora impossibile reperire online l’intero studio realizzato da GfK Group , obbligata – si mormora – a non pubblicare alcunché su ordine dei misteriosi signori del copyright.
Mauro Vecchio