Scarlett Johansson non ci sta. Dopo che un video deepfake che la ritrae insieme ad altre star con una t-shirt offensiva nei confronti di Kanye West è diventato virale, l’attrice ha deciso di passare al contrattacco. E lo fa con un appello accorato al governo degli Stati Uniti. È ora di agire, prima che l’intelligenza artificiale sfugga a ogni controllo. Lei stessa, lo ricordiamo, è impegnata in questa battaglia da ormai molti anni.
Scarlett Johansson dice basta ai deepfake: “Serve una legge, subito”
Nel video incriminato, Scarlett Johansson e altre celebrità come Mila Kunis e Adam Sandler, indossano una maglietta con su scritto “Kanye” e un dito medio con al centro la Stella di David.
L’attrice ha condannato il filmato e tutto ciò che rappresenta. “In quanto donna ebrea, non posso tollerare in alcun modo l’antisemitismo o i discorsi d’odio“, ha dichiarato a People.
Ma Scarlett Johansson non ha preso soltanto le distanze dal video fake. La sua critica va ben oltre. L’attrice punta il dito contro il vero pericolo, l’uso improprio dell’intelligenza artificiale. Secondo l’attrice, infatti, il potenziale dei deepfake di amplificare a dismisura l’hate speech rappresenta una minaccia ben più grave di qualsiasi singolo hater.
Un appello al governo USA: “Servono leggi, subito”
“Dobbiamo denunciare ogni abuso dell’AI, qualunque sia il messaggio veicolato”, ha ammonito Scarlett Johansson. “Altrimenti, rischiamo di perdere il contatto con la realtà“. Un monito che suona come un campanello d’allarme.
Ecco perché l’attrice ha chiesto a tutto il Congresso di approvare subito una legge per limitare l’uso dell’AI. Una questione che, secondo lei, dovrebbe unire democratici e repubblicani, perché riguarda il futuro immediato dell’umanità intera.
Per Scarlett Johansson non è la prima volta che fa i conti con l’AI. Già nel 2023 aveva trascinato in tribunale uno sviluppatore di app per aver sfruttato la sua immagine in una pubblicità online. E di recente aveva bacchettato OpenAI per aver usato in ChatGPT una voce troppo simile alla sua.
Leggi al palo, mentre l’IA galoppa
Peccato che, nonostante qualche timido tentativo (come un disegno di legge contro i deepfake pornografici), il quadro normativo sull’AI negli Stati Uniti sia ancora tutto da scrivere. Tra veti incrociati e marce indietro, la politica sembra arrancare di fronte alla velocità del progresso tecnologico.