La voce di Sky introdotta da OpenAI in ChatGPT la scorsa settimana, con il debutto del modello GPT-4o, è parsa fin da subito un po’ troppo simile a quella di Scarlett Johansson. Lo abbiamo notato tutti, fin dalla pubblicazione delle prime demo. E, nonostante l’organizzazione guidata da Sam Altman continui ad affermare che si è trattato di un’incredibile coincidenza (scegliendo però di eliminarla temporaneamente), l’attrice potrebbe avere il coltello dalla parte del manico nell’ambito di un’eventuale causa in tribunale.
Chi ha ragione tra Scarlett Johansson e OpenAI?
Purvi Patel Albers, dello studio legale Haynes Boone, ha spiegato il perché alla redazione del sito The Verge, affermando che la diretta interessata potrebbe appellarsi a ciò che in California è noto come right to publicity ovvero il diritto a rivendicare l’esclusività sullo sfruttamento commerciale e non dell’identità personale (da “Diritti della personalità e contratto” di Shaira Thobani, PDF). Queste le sue parole.
Ci sono alcune azioni che può intraprendere, la giurisprudenza supporta la sua posizione. Se ti appropri indebitamente del nome, delle sembianze o della voce di qualcuno, potresti violare i suoi diritti.
La voce di Sky, somigliante a quella dell’attrice, richiama alla mente l’assistente virtuale Samantha nel film Her, di cui il protagonista si innamora. A interpretarla, in lingua originale, era proprio Scarlett Johansson (doppiata da Micaela Ramazzotti nella versione italiana della pellicola, Lei).
Secondo quanto riportato dal Washington Post, OpenAI potrebbe fondare la propria strategia difensiva sui documenti e sulle registrazioni che testimoniano il coinvolgimento di attori in carne e ossa, arruolati proprio a questo scopo. Ecco quanto si legge in relazione a un casting indetto lo scorso anno.
Gli attori dovrebbero essere non sindacalizzati. Dovrebbero avere tra i 25 e i 45 anni. E le loro voci dovrebbero essere calde, coinvolgenti e carismatiche.
La diretta interessata, coinvolta per le registrazioni impiegate poi per la voce di Sky, è rimasta anonima, affidando però una dichiarazione al suo agente.
È semplicemente la mia voce naturale e non sono mai stata paragonata a lei dalle persone che mi conoscono da vicino.
Di certo, il post su X condiviso da Sam Altman, poche ore prima della presentazione di GPT-4o, un sintetico ma piuttosto chiaro her
, potrebbe essere interpretato come la volontà di replicare la voce dell’attrice, rivelandosi uno scivolone decisivo.
Il travagliato rapporto tra l’attrice e l’IA
Scarlett Johansson è senza alcun dubbio una delle celebrità più prese di mira da chi fa uso degli strumenti di intelligenza artificiale (la stessa immagine di apertura è stata creata da un algoritmo e resa disponibile pubblicamente su Pixabay), non sempre con finalità benevole. Ne abbiamo scritto più volte, già diversi anni fa, fin da quando ha deciso di gettare la spugna nella sua personale battaglia contro i deepfake e il fake porn.