Sta per scattare l’ora legale: le lancette vanno spostate il 27 marzo prossimo, quando alle 2 del mattino diventeranno le 3 e si sposterà il baricentro della giornata per tutta la bella stagione (fino al 23 ottobre 2022). La Commissione Europea aveva preso in considerazione la possibilità di cancellare l’ora solare, ma in seguito era stato fatto un provvidenziale passo indietro. L’Italia, che a suo tempo tenne colpevolmente in scarsa considerazione il tentativo europeo, ora può festeggiare la libertà concessa ai Paesi membri contando in euro ed in kW il risparmio garantito dall’attuale equilibrio.
Ora legale: quanto risparmiamo?
I conti sono infatti presto fatti e ad occuparsene è Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale. Secondo quanto stimato, l’Italia risparmierà oltre 190 milioni di euro e tutto ciò grazie ad un consumo di energia elettrica ridotto di circa 420 milioni di kilowattora:
Nel periodo primavera-estate, i mesi che segnano il maggior risparmio energetico stimato da Terna sono aprile e ottobre. Spostando in avanti le lancette di un’ora, infatti, si ritarda l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate e fa registrare valori meno evidenti in termini di risparmio elettrico.
Il semplice scostamento di un’ora della giornata, dunque, garantirà 200 mila tonnellate di CO2 in meno nell’atmosfera e importanti benefici anche su quella bilancia energetica che in questo momento ha un particolare peso geopolitico.
Questa semplice modifica dell’orario è stata in grado di garantire al nostro Paese ben 1,8 miliardi di euro risparmiati tra il 2004 ed il 2021, ossia oltre 10 miliardi di kWh. Questa è la dimostrazione di come, con un semplice utilizzo intelligente delle risorse e con piccoli cambiamenti delle abitudini quotidiane, sia possibile incidere in modo pesantissimo sugli equilibri energetici del sistema Paese.
Quanto stiamo consumando?
Sono ancora una volta i dati Terna a fornire un quadro esaustivo dei consumi attuali. Si tratta di informazioni preziose anche per capire quanto le rinnovabili riescano ad incidere e come stia cambiando il bilancio tra import ed export di energia elettrica rispetto al passato. Spiega Terna:
Nel mese di febbraio 2022 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’86% con la produzione nazionale e per la quota restante (14%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 22,2 miliardi di kWh (+7,5%). Le rinnovabili hanno coperto il 29% della domanda elettrica. In crescita le fonti di produzione eolica (+32,8%), termica (+19%), fotovoltaica (+16,6%) e geotermica (+1,9%), in calo quella idroelettrica (-51,3%) per effetto delle scarse precipitazioni che hanno caratterizzato il periodo e che comportano anche un livello di riempimento degli invasi prossimo ai valori minimi registrati negli ultimi 50 anni. Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a -19,8% per un effetto combinato di un aumento dell’export (+99%) e di una diminuzione dell’import (-14,8%), fenomeno riscontrato già nei tre mesi precedenti.