È ufficiale: i temuti dazi di Donald Trump sono ora realtà. Da oggi, importare merci negli Stati Uniti costerà molto di più, soprattutto se provengono dalla Cina. Un vero e proprio terremoto per l’economia di tutto il mondo.
Il giorno del giudizio: i dazi di Trump entrano in vigore
Il presidente aveva promesso dazi più alti, e ha mantenuto la parola. Ma il modo in cui li ha calcolati ha del surreale. Trump ha usato una formula “nonsense”, come l’ha definita qualcuno, che va ben oltre i dazi convenzionali. Il risultato? Tariffe che sfiorano il 104% per i prodotti cinesi, il 20% per quelli europei e il 46% per il Vietnam.
Ma è sulla Cina che si abbatte la scure più pesante. Trump aveva già imposto dazi del 20% sul Dragone, a cui ora se ne aggiungono altri del 50% come ritorsione per le misure adottate da Pechino. Risultato finale: un salasso del 104% su tutto ciò che arriva dalla Cina, compresi componenti e elettronica di consumo. Praticamente, il prezzo del “Made in China” raddoppia.
L’Europa pronta a rispondere
Anche l’Europa finisce nel mirino di Trump, con dazi al 20%. Ma Bruxelles non se sta con le mani conserte a guardare: oggi stesso voterà le sue contromisure. Uno scontro commerciale che rischia di degenerare in una vera e propria guerra dei dazi, con ripercussioni imprevedibili per l’economia mondiale.
Le prime vittime: da Nintendo a Jaguar, tutti in stand-by
E le prime conseguenze non si sono fatte attendere. Nintendo ha rimandato i preordini della nuova Switch 2, Jaguar Land Rover ha messo in pausa le spedizioni di auto verso gli USA, mentre i produttori di laptop come Framework e Razer hanno sospeso alcune vendite. Persino Micron, colosso americano dei chip di memoria, ha annunciato un sovrapprezzo sui suoi prodotti dal 9 aprile. E molte altre aziende seguiranno a ruota.
E la domanda che tutti si fanno è: quanto durerà questo stato di emergenza? Trump ha dichiarato che i dazi resteranno in vigore finché non riterrà “soddisfatta, risolta o mitigata” la minaccia posta dal deficit commerciale e dal trattamento non reciproco. Un modo elegante per dire: finché mi pare.