“Amiamo iPhone e amiamo le applicazioni che incorpora”. Con questa sentimentale dichiarazione si è presentato al pubblico il CEO di Google Eric Schmidt, per un discorso di circa 30 minuti durante un convegno a Washington organizzato da The Atlantic e Aspen Institute . “iPhone – ha spiegato Schmidt – è la più vasta risorsa di produzione di ricerche mobile, nell’ordine di 30 o 40 volte più grande di ogni altra fonte”.
Negata ogni tensione tra BigG e la Mela di Cupertino, nonostante il recente affaire Google Voice scatenato da un’inchiesta della Federal Communications Commission (FCC) statunitense. Schmidt ha precisato come entrambe le aziende abbiano facilmente superato i test dell’Antitrust in relazione alla sovrapposizione di membri e profitti delle rispettive board: Google e Apple starebbero abbondantemente al di sotto della percentuale di connivenza reddituale ritenuta a rischio dalle autorità .
Lo scorso agosto, Eric Schmidt aveva lasciato i vertici di Apple a causa di un palese conflitto di interessi montato da una concorrenza sempre più diretta tra Cupertino e Mountain View. L’uscita dell’ eccellente consigliere d’amministrazione (Steve Jobs dixit) non aveva, tuttavia, convinto del tutto la Federal Trade Commission (FTC), preoccupata di altri personaggi a fare da spola tra le due aziende, in particolare Al Gore e Arthur Levinson. E proprio per Levinson pare essersi schierato Schmidt, a favore del mantenimento del suo attuale ruolo.
“Non penso che sia necessario che Levinson lasci l’incarico” ha dichiarato il CEO di Google riferendosi a quello che è attualmente anche a capo di Genentech , gigante nel settore delle biotecnologie.
Supporto, dunque, ma anche una buona dose di ottimismo sul modo in cui la tecnologia stia rapidamente cambiando le vite di tutti i cittadini del mondo. “Se vi ritrovaste ad operare in una piccola cellula terroristica – ha illustrato Schmidt – potreste usarla per fare in modo che tutti siano d’accordo con voi. Ma lo stesso discorso è valido per tutte quelle persone che vogliono essere ottimiste e cambiare il mondo”. L’impegno di Google in questo senso sarebbe grande: diffusione della banda larga, accordo con gli editori, rapporti sereni con Apple.
Mauro Vecchio