“Alla fine, la gente avrà la meglio sul governo. Le aspirazioni degli utenti sono troppo forti”. Così ha parlato il CEO di Google Eric Schmidt, recentemente intervenuto nel corso dell’ultimo incontro organizzato a New York dal Council on Foreign Relations, l’associazione privata – e apartitica – statunitense che “cerca di comprendere il mondo attraverso i vari trend globali”.
La popolazione di cui ha parlato Schmidt è quella della Cina, in primis di quei 420 milioni di netizen che ora popolano la Rete nel paese asiatico. Ma il CEO di BigG si è soprattutto riferito agli 800 milioni di utenti mobile presenti in Cina, accomunati da un desiderio ardente: esprimersi sul web in totale libertà.
Ed è proprio per questo – almeno secondo Schmidt – che l’imponente meccanismo della censura di stato finirà per collassare, dal momento che risulterà prima difficile e poi impossibile monitorare attentamente un così vasto ecosistema di dispositivi mobile . Impossibile per le autorità di Pechino stringere le maglie della censura intorno alle voglie di comunicazione di quelli che saranno presto un miliardo di device .
Un miliardo di apparecchi che – sempre secondo il CEO dell’azienda di Mountain View – cercheranno inevitabilmente di sovrastare un numero molto più limitato di organi votati alla censura governativa, tra 30 e 50mila . Pechino si rassegnerà alla nuova visione profetica di Schmidt?
Mauro Vecchio