Hanno entrambi 34 anni ma sono in grado di stringere le redini di un’azienda che non teme nemmeno le nubi della recessione che si stanno addensando sugli States. Larry Page e Sergey Brin, cofondatori di Google, sono ormai leader maturi e carismatici: Eric Schmidt, CEO del colosso di Mountain View, rifiuta il ruolo di tutore dell’azienda che dirige e si dichiara un orgoglioso nocchiere di una nave armata dai due giovani talenti.
Non si ritiene una figura paterna, ma agisce come un semplice dirigente capace di far fruttare l’impulsività giovanile di un’azienda che ha vissuto un’ascesa tumultuosa. Eric Schmidt ha investito in Google la propria esperienza come CTO di Sun Microsystems e come chairman e CEO di Novell, ha ricoperto il ruolo di saggio consigliere solo nei primi anni della propria carriera in Google, cominciata nel 2001. “L’azienda a quei tempi era davvero piccola”, ha ricordato Schmidt nel corso di una conferenza stampa tenuta a Sydney: solo in quel momento il CEO ricorda di aver agito come una figura paterna , ma ora è tutto cambiato .
“Credo che non sia giusto oggi parlare di me o dei cofondatori di Google in questi termini – ha spiegato Schmidt – Larry e Sergey sono ora dei leader maturi”, hanno accumulato un’esperienza che consente loro di essere pienamente responsabili di un’azienda che hanno saputo gestire per anni, un’azienda che “dio solo sa quanti dollari possa valere”.
Lo spettro della recessione ? Checché ne dicano gli analisti, l’azienda fondata da Larry e Sergey ne uscirà vincente : merito del sistema di advertising che gli armatori dell’azienda hanno architettato, merito delle strategie che il timoniere ha saputo perseguire. “Anche se ci fosse la recessione negli Stati Uniti, noi saremo in una posizione di vantaggio” ha annunciato ottimista Schmidt.
Il sistema di advertising di Google offre agli inserzionisti pubblicità di qualità, motivazione per cui Schmidt non teme la crisi. Ma è anche la dimensione internazionale dell’azienda, sospinta dalla crescita costante della propria attività sul mercato asiatico , che rende Google immune dalle paure: “Non dipendiamo da un solo mercato e i flussi pubblicitari non si travasano da un mercato all’altro”: è questa una condizione che permette a Google di trarre vantaggio anche dalla debolezza del dollaro.
Le esitazioni sul mercato ? Schmidt minimizza: tutte le aziende della Silicon Valley vivono una storia di rapidissima ascesa per poi rallentare, procedono con un andamento a S . Il modello di business di Google continuerà a pagare, promette il CEO: Schmidt continuerà ad occuparsi della pianificazione strategica su scala internazionale, Brin e Page continueranno ad impegnarsi perché l’azienda continui a sfornare prodotti innovativi, perché la curva di crescita di Google si increspi in nuove S.
Gaia Bottà