UPDATE: Dopo la pubblicazione di questo articolo, Google ha contattato Punto Informatico per effettuare la seguente precisazione: “Come abbiamo ripetutamente chiarito, non siamo intenzionati a commentare i dettagli di questo attacco più di quanto non abbiamo già fatto poiché le nostre indagini sono ancora in corso. Tuttavia, ci preme precisare che Google non ha creato alcun accesso backdoor per i governi in nessun account Gmail”.
“As we have made repeatedly clear we are not going to comment on the specifics of attack in more detail than we have already done because our investigation is ongoing. However we want to make clear that Google has not created a backdoor access point for government to access Gmail accounts.”
Roma – L’esperto di sicurezza informatica Bruce Schneier è intervenuto sulla vicenda Google-Cina attaccando i sistemi di sorveglianza adottati in primis dagli Stati Uniti: che avrebbero le maggiori responsabilità nella vicenda, avendo aperto lo spiraglio utilizzato dai cracker cinesi.
Mentre il Governo asiatico dichiara di non aver avuto nessun ruolo nel cyberattacco subito da Mountain View (“accuse senza nessun fondamento”, ha dichiarato un portavoce del Ministero dell’Informazione Tecnologica) e respinge nuovamente le accuse di Washington, tacciata a sua volta di avere “doppi standard” in materia di libertà su Internet, Schneier accusa invece le politiche del proprio Governo: per acconsentire ai mandati di perquisizione richiesti dalle autorità degli Stati Uniti, Google avrebbe creato un accesso backdoor agli account Gmail. La porta così aperta sarebbe poi stata sfruttata dagli cracker cinesi per ottenere l’accesso agli account minacciati.
L’allarme, dunque, non verrebbe dalla Cina – dice Schneier – da cui è prevedibile attendersi cyberattacchi di un certo grado di sofisticatezza e un alto livello di controllo. Il problema è invece delle nazioni occidentali, che per vie secondarie attentano alla privacy e al controllo di Internet.
L’esempio è quello delle leggi del Governo USA a favore delle intercettazioni : pressioni sulle compagnie telefoniche affinché facilitino l’FBI, dice Scheneier. In particole dopo l’11 settembre l’NSA avrebbe costruito una struttura di sorveglianza sulle chiamate e sulle email teoricamente destinata solo alle comunicazioni internazionali, ma nella pratica usata differentemente. E che finisce per aprire la strada anche ad altre orecchie o ad abusi da parte del Governo stesso. E l’esperto di sicurezza nel suo articolo per la CNN arriva ad affermare che allo stesso modo starebbero agendo le autorità sulla Rete: utilizzando una minaccia o un sospetto terroristico, pedopornografico o di altro reato per spiare privati cittadini anche in mancanza di prove.
E non solo Google avrebbe creato questa backdoor a disposizione delle autorità: Ericsson, Siemens e Nokia avrebbero fatto altrettanto sui loro apparecchi per permettere ai governi che l’avessero chiesto di registrare alcune chiamate. La minaccia, insomma, viene principalmente dall’ovest. Altro che pericolo giallo .
Claudio Tamburrino