Un team di scienziati ha identificato sette potenziali sfere di Dyson, analizzando le emissioni ad infrarossi di ipotetiche megastrutture, costruite intorno alle stelle, rilevate dal satellite Gaia, dal telescopio spaziale WISE e da due osservatori astronomici del progetto 2MASS. Ciò potrebbe (teoricamente) indicare la presenza di civiltà extraterrestri.
Megastrutture nello spazio?
Esistono diverse tecniche per cercare segni di vita extraterrestre nello spazio. Una di esse è stata teorizzata dal fisico britannico Freeman Dyson nel 1960. Le civiltà aliene tecnologicamente avanzate devono utilizzare grandi quantità di energia che verrebbe prelevata direttamente dalla stella più vicina attraverso megastrutture, le più grandi delle quali potrebbero essere sfere che circondano completamente la stella.
Le cosiddette sfere di Dyson raccolgono l’energia emessa dalla stella, si surriscaldano ed emettono radiazione ad infrarossi che può essere rilevata dagli strumenti terrestri. Un team di scienziati ha avviato il Project Hephaistos per identificare le stelle e quindi la possibile presenza di civiltà aliene.
Utilizzando un software dedicato, gli scienziati hanno analizzato i dati relativi a circa 5 milioni di stelle raccolti dal satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea, il telescopio spaziale WISE (Wide-Field Infrared Survey Explorer) della NASA e i telescopi degli osservatori Whipple in Arizona e Cerro Tololo in Cile.
In base ai risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, gli scienziati hanno identificato sette possibili sfere di Dyson all’interno della Via Lattea.
Le stelle sono tutte nane rosse (le più diffuse nella nostra galassia) e si trovano entro una distanza massima di 1.000 anni luce. Sulle sette candidate verranno eseguiti altri studi. Ci possono però essere altre fonti di radiazioni ad infrarossi (falsi positivi), ad esempio nebulose o grandi nuvole di roccia e polvere che circondano la stella. In futuro potrebbe essere utilizzato il James Web Space Telescope.