Il giudice Kimball, incaricato di dirimere l’ormai quinquennale processo sulla paternità di Unix, ha deciso: SCO Group deve a Novell 2,5 milioni di dollari, a cui ora andranno aggiunti gli interessi e una multa da 489 dollari al giorno per il periodo compreso tra la fine di agosto e il 20 novembre. Una sentenza che pone probabilmente la parola file alla querelle, e che smorza definitivamente le pretese di SCO sul codice di Unix.
La vicenda, che da anni ruota attorno la paternità del codice SVRX che SCO sosteneva fosse stato ingiustamente utilizzato all’interno del kernel Linux , giunge ora alla sua conclusione: non solo SCO non è riuscita a dimostrare alcuna appropriazione indebita da parte degli sviluppatori del codice Linux, ma nel corso del dibattimento pure la pretesa paternità di quel materiale è stata disconosciuta e attribuita a Novell.
In totale oggi Novell vanta un credito di 2.547.817 dollari da SCO per ingiusto arricchimento, a cui vanno sommati 918.122 dollari di interessi e 41mila dollari circa di multa. Denaro che SCO Group non possiede: l’entità di questo risarcimento, superiore ai 3,5 milioni di dollari , è probabilmente destinata a cancellare per sempre dal mercato il marchio di Santa Cruz ( già noto come Caldera), visto che i traballanti conti dell’azienda non reggeranno il carico di queste ulteriori spese.
I ventilati investimenti di capitali privati sono sfumati, le parcelle degli avvocati sono stellari, e venendo meno il copyright su Unix sparisce ogni forma di introito per SCO Group. Al momento è stato istituito un fondo fiduciario che raduna gli ultimi spiccioli (poco più di 600mila dollari) rimasti nei forzieri di SCO: probabilmente basteranno appena a saldare i conti con i principali creditori, in attesa che l’azienda venga messa definitivamente in liquidazione. ( L.A. )