Roma – Con una stretta serie di botta e risposta, SCO Group e Novell hanno ulteriormente alimentato quella disputa che verte su chi, delle due, detiene i copyright di UNIX. A suffragio delle proprie tesi, le due vecchie rivali hanno pubblicato sui propri siti un certo numero di documenti e, sulla base di questi, fornito opposte interpretazioni delle clausole, spesso ambigue, che infarciscono i contratti con i quali Novell vendette a SCO certe proprietà relative a UNIX System V.
In particolare, al centro dell’alterco c’è un contratto, chiamato “Asset Transfer Agreement”, firmato da entrambe le aziende nel 1995. Mentre SCO sostiene che tale contratto le ha fatto acquisire, insieme al codice sorgente e altre proprietà, anche tutti i copyright su UNIX, Novell afferma che nel documento era presente un emendamento che limitava drasticamente il numero di diritti trasferiti a SCO. Oltre a questo, Novell dice che, senza la propria autorizzazione scritta, SCO non avrebbe neppure il diritto di concedere in licenza le tecnologie o il codice di UNIX.
Sebbene la causa fra SCO e IBM sia interamente basata su questioni contrattuali, e non tiri dunque in ballo la violazione di copyright (violazione che SCO contesta invece agli utenti di Linux ), alcuni avvocati sostengono che, solo dimostrando di possedere le proprietà intellettuali di UNIX, SCO possa chiedere a IBM di cessare la vendita di AIX o, eventualmente, a SGI quella di IRIX .
Proprio in questi giorni SCO ha fatto pervenire a IBM una lista di file e di porzioni di codice che, a suo dire, violano il contratto di licenza di UNIX. SCO ha ammesso che la lista, che fa riferimento ad un documento di 60 pagine di linee di codice, non è ancora completa, ma conta di inviare a IBM le dovute aggiunte in tempo per soddisfare, il 23 gennaio, l’ingiunzione con cui il tribunale l’ ha obbligata a mostrare le prove a supporto delle sue accuse.
Novell, che lo scorso anno ha registrato un certo numero di brevetti su UNIX già registrati in precedenza da SCO, ha pubblicato sul proprio sito oltre una trentina di documenti, fra cui la corrispondenza intrattenuta con SCO , ed una sintesi, disponibile qui in formato PDF, della propria interpretazione del contratto di vendita del 1995. Proprio negli scorsi giorni l’azienda ha ribadito alcune delle sue posizioni relative alla questione dei brevetti.
In risposta a Novell, SCO ha rilasciato una serie di documenti, disponibili qui , che comprendono il testo integrale dell’Asset Purchase Agreement e alcuni comunicati stampa dell’epoca. Ecco l’interpretazione di SCO di tali documenti e le grida di battaglia del boss dell’azienda.
In un recente comunicato, SCO ha ribadito che l?accordo del 1995 relativo all?acquisto degli asset di UNIX le ha fatto acquisire quanto segue:
– la proprietà e tutti i diritti di UNIX;
– tutti i diritti nei confronti di terze parti sulla proprietà e gli asset relativi al business UNIX;
– tutto il codice sorgente di UNIX;
– tutti i contratti, i copyright e licenze di UNIX.
“L?accordo per l?acquisto degli asset – spiega SCO – prevedeva l?assegnazione a Novell di una licenza per l?impiego di UNIX, a condizione che venisse usata unicamente per scopi interni all?azienda o per la vendita da parte di Novell di prodotti in bundle o integrati che non fossero concorrenti diretti dei prodotti UNIX di SCO. SCO ritiene che un?offerta Linux di Novell sia chiaramente concorrente con l?offerta di prodotti UNIX di SCO”.
SCO si riferisce in particolare all’ acquisizione di SuSE da parte di Novell , operazione che a suo dire viola un accordo di non concorrenza in essere fra le due aziende .
“L?emendamento numero 2 – si legge ancora nel comunicato di SCO – all?accordo per l?acquisto degli asset, anch?esso consultabile sul sito web, riafferma che i copyright e i marchi registrati necessari a SCO per esercitare i propri diritti relativamente all?acquisto delle tecnologie UNIX e UnixWare vengono trasferiti a SCO. Esso stabilisce inoltre che Novell non può impedire a SCO di esercitare i propri diritti rispetto al codice sorgente di UNIX System V”.
Mentre SCO interpreta dunque questa clausola come un ampliamento dei diritti acquisiti, lo scorso dicembre Novell la definì “un’esclusione generica dei copyright nel trasferimento dell’assetto a Santa Cruz Operation”. In buona sostanza, SCO afferma che le sono stati trasferiti “anche” i diritti contemplati da quell’emendamento, mentre Novell sostiene che sono passati a SCO “solo e soltanto” quei copyright.
Darl McBride, presidente e CEO di SCO, ha poi ribadito che la sua azienda “è determinata a far valere i propri diritti fino a livello degli utenti finali, cosa che risulterà evidente dalle azioni che intraprenderemo nelle prossime settimane”. Dunque c’è da attendersi, entro breve, l’annuncio dell’avvio delle prime querele contro alcune delle più grandi aziende al mondo che utilizzano Linux.
“Riteniamo che l?annuncio d’indennizzo da parte di Novell – ha poi commentato McBride – sia significativo per alcune ragioni. Annunciando il programma, Novell chiaramente riconosce che sussiste un problema con Linux. Le restrizioni e i limiti di tale programma dimostrano inoltre che gli stessi responsabili di Novell non sono disposti a puntare fino in fondo sulla loro posizione?.
Il boss di SCO rilasciò dichiarazioni simili anche all’epoca in cui HP annunciò il varo del proprio programma d’indennizzo.