C’è molta attesa attorno al nuovo progetto annunciato di recente dalla Defense Advanced Research Projects Agency , il cui scopo è quello di creare un dispositivo in grado di scovare un lanciarazzi ben prima che questo abbia aperto il fuoco. La parte cruciale è svolta da un nuovo software che opera utilizzando speciali algoritmi, in grado di identificare e classificare gli oggetti potenzialmente dannosi.
Il progetto, denominato RPG Pre-launch Detection and Cueing Program , è stato commissionato dall’agenzia a HRL Laboratories, costerà per il solo 2009 circa 3 milioni di dollari ed è volto a creare “un dispositivo omnidirezionale di videosorveglianza in grado di poter essere montato su vari veicoli – si legge sul documento ] fornito dall’agenzia – il cui scopo è quello di identificare il luogo da cui provengono gli attacchi effettuati tramite RPG ben prima che questi ultimi facciano fuoco”. In particolare, il dispositivo è costituito da numerose telecamere in grado di coprire una visuale a 360 gradi e da un software,che è il vero cuore di tutto il sistema.
Basato sulla tecnologia chiamata Particle Swarm Optimization , ispirata al comportamento di stormi di volatili e degli sciami di insetti, tale sistema effettua una sorta di ricerca multipla sincronizzata: ad ogni sua componente è affidata una zona del campo visivo e, una volta individuato qualcosa di interessante, viene riportato al software che inizia ad effettuare scansioni più approfondite con l’ausilio delle altre componenti. Dispiegando un maggior numero di risorse per la ricerca, il sistema impiega molto meno tempo ad analizzare l’intera area per poi, nell’eventualità non fosse stato trovato nulla di interessante, proseguire con le altre zone.
In questo modo, grazie anche agli algoritmi appositamente sviluppati per il riconoscimento e la classificazione degli oggetti, la ricerca è molto più rapida a differenza dei sistemi sin qui utilizzati: in un test effettuato sul dispositivo, cui è stato chiesto di identificare un volto specifico in mezzo ad una folla, il sistema ha fornito una risposta 70 volte più veloce che in precedenza.
Inoltre, il sistema sarebbe in grado di ridurre drasticamente la presenza di falsi positivi: tutto grazie alla scelta di concentrarsi solo sugli oggetti rilevanti, nella fattispecie proprio i lanciarazzi, focalizzando meno l’attenzione sul resto. Secondo DARPA, il sistema ha un margine di successo pari al 95 per cento e sarebbe inoltre in grado di individuare fino a cinque possibili minacce simultaneamente.
Al momento il tutto è ancora agli albori ma, se i primi risultati daranno un esito positivo, verrà sviluppato ulteriormente aggiungendo nuovi “bersagli”. Tra cui dovrebbero figurare anche gli umani.
Vincenzo Gentile