Scuole USA: pubblicità in cambio di PC

Scuole USA: pubblicità in cambio di PC

A New York l'idea è quella di vendere spazi pubblicitari sui network scolastici in cambio di personal computer. Un modo per procurarsi strumenti di apprendimento senza spendere un dollaro
A New York l'idea è quella di vendere spazi pubblicitari sui network scolastici in cambio di personal computer. Un modo per procurarsi strumenti di apprendimento senza spendere un dollaro


New York (USA) – Arriva dalle autorità scolastiche newyorkesi l’ultima in fatto di novità del mondo internet legato alla scuola. Si è infatti deciso che, per evitare spese eccessive per l’acquisizione degli strumenti didattici, sui siti del network scolastico verrà venduto spazio pubblicitario. Lo scopo non è però un profitto, perché più che di vendita si parla di baratto: chi vuole i banner dovrà cedere personal computer.

“Si tratta di una decisione importante, ha spiegato ai giornalisti William C. Thompson Jr., presidente della Board of Education , che cambia il modo in cui pensiamo all’insegnamento e all’apprendimento e al modo in cui finanziamo queste attività”. L’idea di fondo è di recuperare personal computer e di offrire pacchetti pubblicitari per coprire anche le spese di installazione e manutenzione.

Al centro dell’interesse della Board of Education non sono PC dell’ultima generazione, quanto invece portatili economici da offrire ai bambini delle elementari. Nel giro di qualche anno, si spera di poter rifornire di computer tutte le scuole fino alle superiori.

Altre proposte includono la possibilità per gli studenti di compiere acquisti sui siti del network che ospiteranno partner commerciali. In quel caso una piccola percentuale su ogni acquisto andrebbe nelle casse delle scuole.

Ci sono critiche al progetto da parte di chi ritiene l’idea uno “sbandamento commerciale”. Dice Vicki Rafel dell’associazione dei genitori insegnanti di New York: “Siamo molto preoccupati degli effetti potenzialmente negativi dell’uso di bambini per promuovere prodotti e dell’uso delle strutture scolastiche per cose che possono essere considerate pubblicità”.

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Pubblicato il
12 apr 2000
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