Se anche Aranzulla non lo sa

Se anche Aranzulla non lo sa

Quando anche Salvatore Aranzulla va online a lamentarsi per qualcosa che non funziona, allora abbiamo un corto circuito che dice qualcosa di noi.
Se anche Aranzulla non lo sa
Quando anche Salvatore Aranzulla va online a lamentarsi per qualcosa che non funziona, allora abbiamo un corto circuito che dice qualcosa di noi.

Quante volte ti è capitato di avere un problema al PC e di non sapere come risolverlo? I casi sono due: te ne lamenti su Facebook (sperando in un aiuto dal Cielo), oppure cerchi una soluzione. Nel primo caso, il più delle volte ti risponderà un amico e difficilmente riuscirai a risolvere il problema; nel secondo caso, il più delle volte troverai il sito di Salvatore Aranzulla e con un po’ di attenzione intuirai la risposta ai tuoi problemi.

E poi c’è il corto circuito definivo, ossia quando anche Salvatore Aranzulla non ha voglia di cercare una soluzione e allora va a lamentarsi su Facebook. Il risultato è un post che “blasta” BTicino, gruppo reo di aver fatto un pasticcio moderatamente importante caduto tra le mani del più noto dei “guru tech” nostrani: il Salvatore nazionale.

Aranzulla vs BTicino

Ecco il post:

Salvatore Aranzulla attacca BTicino

Per una volta Salvatore Aranzulla non è parte della soluzione e preferisce farsi muscolarmente parte del problema. Una presa di posizione che in molti criticano nei commenti, denunciando come proprio il Guru non dovrebbe lamentarsi poiché la sua vocazione è altra: chi si è attrezzato per i miracoli non si sporchi la bocca con la semplice lamentela propria della fallacia di noi umani.

Ma c’è un piano diverso di lettura per il post del buon Aranzulla: qualcosa che ha a che fare più con “noi” che non con “lui”.

Aranzulla e le competenze

Insomma, devo avere io le competenze per risolvere un problema che mi hai causato tu, BTicino“? Domanda lecita, ma fatta dalla persona più sbagliata. Salvatore, infatti, è solitamente il terminale ultimo di molte ricerche, spesso banali e proprio per questo motivo ancor più importanti e mainstream. Salvatore è la risposta, Salvatore è calamita di fiducia, Salvatore è brand e riferimento incrollabile. Eppure Salvatore mette in dubbio con il suo post proprio la natura di quell’impero sul quale ha costruito il proprio personaggio: milioni di persone prive di competenze che vorrebbero semplicemente avere tecnologia che funziona. Senza dover fare ricerche, senza aver bisogno di Aranzulla a risolverne i problemi: milioni di consumatori vorrebbero una tecnologia che basta a sé stessa, senza termini incomprensibili, senza tecnicaglie da dover imparare, senza mille competenze-requisito da dover metabolizzare prima di arrivare al più banale dei click risolutori.

Salvatore per una volta è uno come “noi”, insomma. Uno che non ha voglia di investire ore della propria vita per aggiustare qualcosa che si è rotto, per aggiornare un software che non funziona più, che non vuol sapere cosa bisogna fare per ripristinare una situazione pregressa. Ovviamente sono in molti a obiettare il fatto che proprio Aranzulla non dovrebbe scrivere post simili: lui DEVE avere un PC Windows, lui DEVE sapere come virtualizzare Windows sul suo Mac, lui DEVE saper assistere BTicino nell’installazione di un firmware uscito male dai server della casa madre. Ma forse Salvatore non vuole essere “l’uomo che non deve chiedere mai“: gli è sufficiente una attestazione da buon SEO di famiglia e da BTicino pretende quelle risposte che molti utenti pretendono invece solitamente da lui e dai primi link che trovano su Google.

Nel suo post Aranzulla porta avanti una obiezione lecita che ognuno di noi ha sbuffato almeno una volta nella vita: quel che compro deve funzionare, deve durare e non deve dare problemi. Passi un guasto, passi un incidente, ma non può succedere che un aggiornamento da remoto mandi in tilt una casa domotica perché questo mina alla base la fiducia tra noi (acquirenti) e loro (produttori). In mezzo c’è Aranzulla, che per una volta non si fa soluzione, ma megafono.

Con il suo post, Aranzulla non ha detto di non saperlo fare, ma ha ammesso di non averne voglia e soprattutto di non sentirsene in dovere. Rivendica il diritto a non avere competenze, a voler semplicemente usare la tecnologia senza conoscerla, al bisogno di poter essere difesi al cospetto del grande brand che prima crea un problema e poi ti chiede uno sforzo per risolverlo. Quante volte Aranzulla ha creato tappetini rossi proprio su questi tentativi di risolvere e aggiustare, aiutando quanti stanno cercando di affrontare un problema senza avere competenze? Questo è un Aranzulla nuovo, di lotta e di governo, che arriva proprio a pochi giorni dalle elezioni: chissà che il “campo largo” non arrivi fin lì.

Aranzulla s’è fatto carne, è sceso tra di noi e come noi ha urlato che la tecnologia deve ammettere il diritto a non avere competenze: Plug&Play come religione, “funziona” come Così Sia. Salvatore Aranzulla vorrebbe un mondo in cui non serva un Salvatore Aranzulla, insomma. Tutti lo vorremmo, del resto. Ma nel frattempo meno male che Salvo c’è.

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Pubblicato il
18 lug 2022
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