Se Apple licenzia per un post di troppo

Se Apple licenzia per un post di troppo

Un impiegato di un Apple Store in terra britannica è stato messo alla porta per alcuni commenti critici su Facebook. Secondo un giudice del lavoro, la libertà d'espressione è limitata dalla tutela dell'immagine
Un impiegato di un Apple Store in terra britannica è stato messo alla porta per alcuni commenti critici su Facebook. Secondo un giudice del lavoro, la libertà d'espressione è limitata dalla tutela dell'immagine

La spinosa vicenda è finita davanti ad un Tribunale del Lavoro in terra britannica, teatro dello scontro tra un dipendente locale di Apple e lo stesso colosso di Cupertino. A mettere nei guai Crisp – impiegato presso un negozio della Mela – era stato un commento al vetriolo pubblicato sul suo profilo Facebook .

Dichiarazioni critiche nei confronti di Apple, che avrebbero messo a repentaglio l’immagine e la reputazione guadagnata negli anni dall’azienda statunitense . Almeno secondo gli stessi vertici della Mela, che avevano licenziato Crisp per violazione dei termini del contratto.

Ovvero di quelle regole interne che proibiscono la pubblicazione social di commenti ritenuti poco opportuni, ovvero dettagli sulla condizione di lavoro o critiche diffamanti nei confronti del brand Apple . Il colosso di Cupertino ha infatti sempre posto grandissima attenzione a cinguettii e post in blu.

Crisp si era rivolto ad una società legale per appellarsi ad un giudice del lavoro, tirando in ballo la presunta violazione dell’articolo 10 – libertà d’espressione – della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Secondo l’impiegato, la comunicazione sarebbe avvenuta in maniera del tutto privata .

Non secondo il giudice, che ha ora sottolineato come il post fosse a disposizione di amici e parenti per la comunicazione ad un pubblico più vasto . La libertà d’espressione invocata da Crisp sarebbe in questo caso limitata dal diritto di Apple alla protezione della propria immagine.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
2 nov 2011
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