Vendere, vendere, vendere: questo l’imperativo di coloro che detenevano quote di United Airlines. Sul web era stata intercettata una notizia nella quale si riferiva che la compagnia aerea era sull’orlo della bancarotta. Nulla aveva fatto pensare che la notizia risalisse a sei anni fa.
L’articolo era improvvisamente comparso su Google News ed era stato rilanciato da una newsletter dedicata agli investitori, aveva guadagnato visibilità su Bloomberg News . Gli occhi dei broker erano puntati sulla novità: ricalcando quanto avvenuto negli anni scorsi, la compagnia aerea si trovava inaspettatamente in piena crisi. La corsa a sbarazzarsi delle azioni è iniziata: il valore del titolo è colato a picco, quel che si scambiava a più di dieci dollari nei giorni precedenti valeva non più di 3 dollari. Poi, lo stop forzato, le indagini, il rimbalzare dell’onere delle responsabilità, palleggiato fra il Chicago Tribune , sul quale era stata pubblicata originariamente la storia nel lontano 2002, il South Florida Sun-Sentinel , quotidiano di proprietà della Tribune Company che ospitava la vecchia notizia priva di alcun esplicito riferimento temporale, Mountain View, colpevole di aver catturato e ospitato in Google News un pezzo che avrebbe dovuto trovare spazio nei soli archivi storici appena inaugurati.
Il primo ad essere stato chiamato a rispondere del garbuglio è stato il responsabile della newsletter, l’unico raccordo umano tra passato e presente: racconta di aver cercato su Google News notizie riguardo alle aziende in crisi, interrogando il servizio con le parole chiave bancarotta e 2008 . Il primo risultato restituito da Google sarebbe stata una storia pubblicata sul South Florida Sun-Sentinel : vi si annunciava che la compagnia aerea si trovava nel pieno della bufera. L’impiegato non ha trovato alcun aggancio temporale nel testo della notizia: si è limitato a fidarsi di Google, che ha attribuito al report la data del giorno in cui la notizia è comparsa sul quotidiano della Florida. Non c’era alcun indizio del fatto che la notizia fosse riemersa senza motivazione alcuna dall’archivio del Chicago Tribune , così è stata ripresa senza esitazione, ingannando temporaneamente la stessa Wikipedia . Il resto è storia: l’ annuncio piccato di United Airlines, la rimozione della notizia, la rettifica.
Anche Bloomberg ha scaricato ogni responsabilità: non si mettono le mani sulle notizie che provengono da terze parti. Tribune Company ha prontamente ribattuto : la notizia non è comparsa sulle pagine del South Florida Sun-Sentinel , il quotidiano conferma , la responsabilità sarebbe da attribuire all’altro anello della catena, Google.
Da Mountain View si scrollano però di dosso qualsiasi ipotesi di colpevolezza: in un post sul blog ufficiale di Google News si spiega che il crawler della grande G si è limitato a portare a termine il suo compito . Ha individuato un nuovo link su una pagina del Sun-Sentinel , lo ha seguito, ha indicizzato l’articolo e lo ha messo a disposizione su Google News come fosse una notizia fresca, in quanto l’unico riferimento temporale esplicito contenuto nella pagina che ospitava l’articolo era la data del giorno indicata sulla testata .
Rientrato l’allarme, c’è chi punta sarcasticamente il dito contro giornalisti che continuano a credere a Internet, c’è chi discetta sulla capacità della rete di ruminare e risputare il passato, c’è chi si intrattiene nel rimembrare episodi di paradossi temporali come quello della prematura morte di Steve Jobs , non-notizie che avrebbero potuto sconquassare il mondo finanziario. Ma la rete sembra disporre di una spiccata capacità di sbrogliare matasse di verità e menzogna: cercando ora le stesse parole che hanno innescato l’effetto domino, Google News restituisce la ricostruzione dell’equivoco.
Gaia Bottà