Critiche aspre giungono dall’altra sponda dell’Atlantico, scagliate da quello che dovrebbe invece risultare un prezioso alleato. HADOPI, l’organismo che nell’ordinamento francese vigilerà sul rispetto del diritto d’autore online, è stato infatti preso di mira da alcuni rappresentanti della sicurezza nazionale statunitense.
Ovvero dai delegati della National Security Agency (NSA) a stelle e strisce, di recente intervenuti nel corso di una conferenza parigina sulla cifratura e le sue tecniche. Alla sicurezza made in USA non pare essere andata proprio giù l’implementazione di un tribunale del P2P come HADOPI e della relativa legge che ha introdotto in terra francese i cosiddetti three strikes .
E non certo per tutelare i diritti dei netizen o al limite preservare l’integrità delle loro connessioni. Il recente inizio delle attività di HADOPI – con tanto di prime letteracce consegnate dai primi provider postini – rischierebbe seriamente di danneggiare la stessa lotta alla violazione del copyright a mezzo web.
Perché? Secondo NSA, la paura innescata negli utenti provocherebbe un maggior livello di consapevolezza da parte di questi ultimi. Una consapevolezza che non porterebbe certo ad una riduzione del file sharing illecito, semmai ad un miglior addestramento da parte di netizen armati di tecnologie di cifratura .
Strumenti potenzialmente sfruttabili per mascherarsi, celarsi, rendere in sostanza infruttuoso il certosino lavoro di spionaggio da parte degli agenti della sicurezza nazionale, che invece preferirebbero lasciare operare utenti inconsapevoli, in modo da individuarli più facilmente. HADOPI renderebbe invece tutto più difficile.
Mauro Vecchio