I commenti lasciati in forma anonima dai vari lettori della Rete sarebbero da considerare alla stregua del più classico chiacchiericcio da pub. Almeno secondo il parere della High Court of Justice britannica, che ha recentemente liberato il quotidiano The Daily Mail dall’obbligo di rivelare l’esatta identità di due misteriosi utenti .
Al centro del contendere erano finiti due commenti pubblicati in coda ad un articolo del 2009, che aveva raccontato il caso di una donna finita per sbaglio in una specifica lista dei cittadini pericolosi. Jane Clift – questo il nome della donna – si era rivolta ad un giudice di Londra accusando i vertici dell’amministrazione locale.
Il tribunale aveva così dato ragione a Jane Clift, sottolineando come la donna avesse semplicemente fatto pressione su alcuni adulti a causa del comportamento di un giovane vandalo. Ma l’articolo di cronaca pubblicato dal Daily Mail l’aveva mandata ancora su tutte le furie. Jane Clift aveva subito contattato i vertici editoriali del tabloid d’Albione per ottenere i dati identificativi di due misteriosi utenti, accusati di aver espresso pareri diffamatori nei confronti della donna . La High Court britannica ha ora negato l’autorizzazione al rilascio delle informazioni personali.
Le agguerrite intenzioni legali di Jane Clift avrebbero infatti cozzato con l’articolo 8 della Convenzione Europea sui Diritti Umani . I due anonimi lettori del Daily Mail avrebbero pertanto pieno diritto alla propria privacy, non accusabili di diffamazione per aver semplicemente espresso un parere come davanti ad una pinta di birra scura.
Mauro Vecchio