I furti di identità su Twitter non saranno più un problema. La rassicurazione arriva dalla co-fondatrice dell’azienda Biz Stone, che annuncia per l’estate il lancio di un sistema di “identità verificate” in grado di tutelare le online personae dei personaggi più esposti. Ma di pagare danni morali e materiali alle celebrità defraudate in passato, invece, non se ne parla proprio.
Negli ultimi mesi la popolare piattaforma di microblogging è stata bersaglio di critiche ricorrenti per la presunta mancanza di sicurezza del suo sistema di identificazione. Diversi personaggi pubblici si erano lamentati per dei cinguettii falsi operati a loro nome ed uno, il popolare allenatore di baseball Tony La Russa, era arrivato fino a citare in tribunale la stessa Twitter.
Con il suo annuncio, affidato sabato scorso ad un post sul blog ufficiale dell’azienda, Stone risponde in modo esplicito alle polemiche e, in particolare, all’istanza presentata da La Russa. “Con il dovuto rispetto per la persona e per le sue abilità professionali – denuncia – troviamo che la causa intentata da Mr. La Russa sia stata un inutile spreco di risorse giudiziarie, che rasenta la frivolezza vera e propria”.
Dopo questa precisazione, e dopo aver riaffermato la validità delle policy di prevenzione dei furti già in uso, Stone annuncia l’intenzione di sperimentare il nuovo sistema di certificazione. “Riconosciamo l’opportunità di migliorare l’esperienza d’uso di Twitter anche al di là della semplice rimozione degli account finti – racconta la manager – Ed è per questo che sperimenteremo già da quest’estate una versione beta di ciò che chiamiamo account verificati “.
A livello materiale, racconta ZDNet , gli account certificati si distingueranno dagli altri per la presenza di un sigillo ufficiale recante la dicitura Verified Account e tanto di icona stilizzata, all’interno della propria pagina di profilo. Nella prima fase il progetto coinvolgerà soltanto un numero limitato di persone scelte tra pubblici ufficiali, artisti ed atleti “ad alto rischio” di furto. Ma l’auspicio, si legge ancora nel post, è quello di poter certificare un numero maggiore di profili in futuro. A questo proposito, ZDNet specula anche sulla possibilità che in futuro il rilascio dei certificati possa essere associato ad una forma di micro-pagamento, aprendo a Twitter un canale di entrata dalle dimensioni potenzialmente considerevoli.
Il furto di identità è un problema ben conosciuto sul web, dove viene perpetrato secondo le forme e finalità più diverse. In molti casi gli intenti dei falsari sono soltanto ludici, come mostrano le numerose esperienze di fake blog – celeberrimo quello costruito alle spalle di Steve Jobs – o i casi di morphing su Facebook. Tuttavia accanto a questi casi “goliardici” ve ne sono altri messi in campo per tentativi di truffa vera e propria, come quelli collegati alla compravendita di identità finanziarie di singoli ed organizzazioni. E in questo senso, commentano gli addetti ai lavori, le sperimentazioni annunciate da Twitter costituiscono senz’altro una novità positiva.
Giovanni Arata