Si tratterebbe di una situazione i cui effetti avrebbero causato danni ormai quasi irreversibili. La Spagna starebbe correndo il rischio di trasformarsi in un deserto culturale , flagellata da un pericoloso vuoto normativo in materia di downloading illecito. È quanto sostenuto da Rob Wells, vicepresidente di Universal Music Group , ma soprattutto da John Kennedy, presidente della International Federation of Phonographic Industry (IFPI).
È stato Kennedy a parlare più apertamente, esprimendo le sue più allarmate opinioni su una situazione, come quella spagnola, in cui le vendite di dischi prodotti da artisti locali sono precipitate drammaticamente, del 65 per cento in cinque anni . Kennedy è intervenuto in particolare per commentare i recenti dati pubblicati nnel Digital Music Report , relativi alla situazione globale del mercato della musica digitale nel corso del 2009.
Nel dettaglio, la top 50 dei dischi più venduti in terra iberica vedrebbe svaniti nel nulla gli artisti locali, a differenza di quella del 2003 che ne conteneva dieci. Colpa della pirateria – ha commentato Kennedy – e della totale assenza di leggi adeguate a punire il file sharing selvaggio. Dichiarazioni che tuttavia non aderiscono interamente alla realtà.
In Spagna è infatti in corso d’approvazione al Congreso una modifica sostanziale alla legge 32/2002 che permette attualmente di procedere all’interdizione di una pagina web nel momento in cui si verifichino condizioni come la salvaguardia dell’ordine pubblico o la difesa nazionale. Le modifiche volute dalle autorità di Madrid comprendono ora anche una quinta condizione: la salvaguardia dei diritti relativi alla proprietà intellettuale.
A proposito di file sharing illecito e legislazioni ad hoc, il capo di IFPI ha poi offerto il suo pieno sostegno al Digital Economy Bill britannico, che contiene la cura Mandelson alla pirateria, a base di disconnessioni e milizie del P2P . Una ricetta necessaria per contrastare coloro che starebbero succhiando il sangue dal collo dell’industria, almeno parafrasando la visione di Kennedy . Un’industria che, nel corso del 2009, ha fatturato complessivamente 15,8 miliardi di dollari (circa 11 miliardi di euro), divisi tra gli 11,6 miliardi provenienti dalla vendita di supporti fisici e i 4,2 miliardi dall’universo digitale. Il fatturato relativo al digitale è comunque cresciuto del 12 per cento rispetto al 2008 , anno in cui le vendite erano lievitate del 25 per cento.
Mauro Vecchio