Se il pedale si aziona con i denti

Se il pedale si aziona con i denti

È quanto un team universitario tedesco propone ai paraplegici che suonano il pianoforte: non dovranno più negarsi l'uso del pedale
È quanto un team universitario tedesco propone ai paraplegici che suonano il pianoforte: non dovranno più negarsi l'uso del pedale

Suonare il pianoforte con espressione, utilizzando il pedale esattamente come previsto dallo spartito. Un’attività che a determinate classi di persone paraplegiche è stata fin qui interdetta. Ma d’ora in poi, con il sistema della Clinica Ortopedica Ospedaliera dell’Università di Heidelberg, questa barriera potrà venire superata .

Il team guidato dal professor Rudiger Rupp ha infatti concepito un innovativo metodo, basato su un sensore di pressione. Il dispositivo è tale da poter essere alloggiato all’interno della bocca, ad esempio dietro la guancia destra, mentre nella sinistra vi è una piccola batteria, in grado di fornire 12 ore di autonomia.

Quando il suonatore vuole azionare il pedale, deve semplicemente stringere i denti in modo proporzionale alla pressione. Un trasmettitore radio invia il grado e la durata della pressione ad un apposito attuatore, applicabile sul pedale, che aziona quest’ultimo in proporzione e in accordo con la forza applicata sul sensore posto in bocca. Grazie a questo meccanismo, il risultato ottenibile è esattamente lo stesso di quello producibile da un suonatore non paraplegico.

il pedale A Rudiger Rupp, direttore del dipartimento ospedaliero di ricerca sulle patologie della spina dorsale, è stato riconosciuto un premio di 15mila euro dalla Fondazione Paraplegici tedesca. Il suo prossimo progetto, che avvierà grazie proprio al premio ricevuto, sarà lo studio di un film sensibile alla pressione della lingua da applicare sugli incisivi, con lo scopo di realizzare un sistema ancora meno invasivo e più semplice ma in grado, stavolta, di azionare entrambi i pedali del pianoforte. Tecnologie dedicate, spesso trascurate dalla grande industria di settore, ma che possono cambiare la qualità della vita.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
31 ott 2008
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