Jose Millan e i colleghi della École polytechnique fédérale di Losanna lavorano a una interfaccia uomo-macchina capace di “interpretare” i pensieri dell’utilizzatore, un caschetto “cyber-cinetico” progettato per trasmettere ordini precisi dalla mente dell’utente a un computer e infine a un drone.
L’obiettivo è far sì che persone affette da disabilità fisiche possano controllare da remoto robot in grado di eseguire azioni che li possano assistere nella quotidianità, e nel caso in oggetto il caschetto realizzato dai ricercatori di Losanna è servito a un paziente paralizzato (nella città di Sion, nel Canton Vallese) per trasmettere comandi a un drone presente nel laboratorio degli scienziati, a quasi 60 chilometri di distanza.
I comandi sono stati trasmessi a cascata a un primo computer presente nella stanza del paziente, poi a un secondo computer e infine al robot controllato da remoto. La possibilità di avere a disposizione un’interfaccia di controllo mentale non invasiva offrirebbe notevoli possibilità applicative, dicono gli scienziati.
Certo la ricerca svizzera è in fase ancora preliminare e non mancano i problemi: il caschetto tende ad esempio a confondersi nei comandi da passare al computer-drone se il numero di persone presenti nelle sue vicinanze è troppo alto.
Alfonso Maruccia