Se la banda larga illumina la periferia

Se la banda larga illumina la periferia

Dove non arrivano le infrastrutture e gli operatori principali si muovono player più agili: la storia di Alternatyva, un WISP che porta l'accesso veloce ai residenti romani di Nuova Tor Vergata, Tor Pagnotta, Bufalotta. Ecco come
Dove non arrivano le infrastrutture e gli operatori principali si muovono player più agili: la storia di Alternatyva, un WISP che porta l'accesso veloce ai residenti romani di Nuova Tor Vergata, Tor Pagnotta, Bufalotta. Ecco come

Quanti sono i quartieri delle grandi città italiane che non sono coperti da ADSL? Centraline vecchie, infrastrutture fatiscenti, diffusione del computer a macchia di leopardo, mancanza di fantasia: sono molte le ragioni che tengono lontani gli operatori, soprattutto i maggiori, da certe aree. Ed è lì che possono fare la differenza gli operatori alternativi. Uno di questi, dal nome emblematico di Alternatyva , attivo ormai da diverso tempo, ha voluto mettersi in contatto con Punto Informatico per raccontare la propria esperienza nelle periferie romane. L’invito a fare lo stesso è naturalmente esteso a tutti gli operatori che operano in queste aree di confine , assediate dal divario digitale .

il quartiere di Nuova Torvergata “Alternatyva – spiegano i responsabili a PI – intraprende degli studi, esegue degli accurati test sul campo e verifica le potenzialità del wireless nell’area interessata dal digital divide”. In particolare, l’operatore si costituisce come WISP (Wi-Fi Internet Service Provider) e attiva connessioni wireless. Il problema, com’è facilmente comprensibile per una piccola azienda, è la scarsa visibilità di iniziative di questo tipo. Eppure il meccanismo si mette in moto.

“In poco tempo – continua il provider – grazie ad una struttura snella, e grazie al passaparola dei primi utilizzatori, è possibile espandere di molto i servizi”. Nell’intero quartiere di Nuova Tor Vergata , ad esempio, in meno di un anno si è attivata una infrastruttura WDSL.
E non parliamo “solo” della connessione WiFi sui 2,4 GHz ma anche della tecnologia Hiperlan a 5 GHz, “sicuramente più adatta – spiega Alternatyva – alle “abitazioni in condomini di dimensioni medio grande”. Allo stesso tempo l’adozione di Hiperlan significa una riduzione dei costi dell’infrastruttura, ottenuta mediante la condivisione dell’antenna di ricezione, divenuta condominiale .

Nei grandi palazzi che spesso disegnano le periferie metropolitane, Hiperlan può fare la differenza. “In più col doppio sistema 2,4 e 5 GHz – specifica il provider – gli utenti navigano da casa e all’aperto con lo stesso tipo di VPN “.

Nel quartiere collocato tra le consolari Casilina e Tuscolana e adiacente al Grande Raccordo Anulare, dunque, è disponibile banda larga a prezzi concorrenziali . Parliamo di abbonamenti da 15 euro al mese con connessioni da 4 megabit al secondo (“di picco”, specifica l’azienda). Si tratta di flat pensate per l’utenza residenziale ma, ci tiene a sottolineare Alternatyva, “esistono offerte ad hoc per le imprese e le aziende più grandi”: in quel caso si parla esplicitamente di banda minima garantita . Lo startup può portar via qualche danaro: se non c’è un’antenna condominiale, il singolo utente deve installare un pannello di ricezione sul balcone o sul tetto e collegare il computer via ethernet: il pannello costa 156 euro (IVA inclusa), somma che può evidentemente essere abbattuta se vi si collega più di un condomino. A questo va aggiunto il costo del tecnico per l’installazione e quello supplementare per un pannello potenziato in caso di difficoltà di ricezione del segnale.

Com’è naturale, una volta coperto il quartiere, il provider è andato ampliando la propria offerta: “Nel tempo abbiamo potenziato la rete di hot spot: a quelli iniziali di Nuova Tor Vergata si sono aggiunti Tor Pagnotta, Vermicino, Bufalotta, Talenti, Guidonia, Montecelio, Tivoli, così da avere un raggio di copertura che comprende il quadrante Ovest Sud e Est di Roma”.

La storia recente dell’operatore col pallino del wireless lo vede impegnarsi sempre di più nei paesini dell’entroterra romano e laziale. “I piccoli comuni – spiega Alternatyva – sono particolarmente sensibili al digital divide: spesso non costituiscono un buon mercato per gli operatori nazionali di telefonia. Richiedono investimenti troppo alti nelle centrali a fronte di pochi nuclei familiari presenti”. Fattori che si mescolano ad una orografia spesso complessa, un territorio apparentemente ostile alla connettività tradizionale.
“Alternatyva – dichiara il provider a Punto Informatico – nell’ultimo anno è risultata vincitrice di diversi bandi indetti dalle Comunità montane del Lazio per sanare questo deficit tecnologico”.

un territorio difficile Tra i risultati, l’attivazione della rete sui Monti Lepini e sui Monti Ernici (qui nella foto da MontiErnici.it ), portando la banda larga in comuni dove vivono poche centinaia di abitanti . E non finisce qui, evidentemente. “Il favore riscontrato in queste piccole località di provincia – racconta Alternatyva – ha spinto le amministrazioni a sfruttare l’occasione, a diventare esse stesse utilizzatrici della Banda Larga sia per la connessione ad Internet che per progetti importanti quali la video sorveglianza, il controllo remoto degli accessi a zone a traffico limitato e l’istituzione di servizi di pubblica utilità legati al turismo, risorsa importante di questi luoghi”.

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Pubblicato il
19 dic 2007
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