New York (USA) – Giornata funesta quella di ieri per le organizzazioni antispam che hanno combattuto per anni contro uno spammer molto noto perché capace di ingolfare la rete con milioni di messaggi spazzatura. Un accordo extra-giudiziale ha consentito a Scott Richter di cavarsela con una multa ridicola, senza nemmeno dover dichiarare di aver sbagliato.
I procuratori di New York che avevano inseguito Richter avevano chiesto in giudizio la bellezza di 20 milioni di dollari a titolo di risarcimento, una cifra che è scesa fino a quota 40mila dollari per un’intesa che chiude il processo e consente a Richter di tornare a sorridere.
Secondo l’accusa, Richter avrebbe utilizzato alcune centinaia di computer in Internet, infettati con cavalli di troia, per sparare in giro milioni di email, in particolare agli utenti di Hotmail. I PC, trasformati in zombie sparaspam con tecniche ormai collaudate , hanno dunque aiutato Richter a raccogliere gli incassi delle proprie azioni di spam.
Il caso di Richter, che ancora oggi nega qualsiasi azione illegale , è da lungo tempo all’attenzione dell’antispam. Con preoccupazione ne aveva parlato a Punto Informatico l’esperto di antispam italiano Furio Ercolessi nei mesi scorsi (vedi: Antispam, frontiera delle libertà ).
L’unica concessione di Richter è una formale dichiarazione con la quale si impegna a rispettare le nuove normative antispam e a conservare una copia dei messaggi spediti agli utenti Internet per future ispezioni da parte dei cybercop newyorkesi. E’ dunque comprensibile che Richter abbia dichiarato al NY Times di essere “molto soddisfatto” per l’accordo raggiunto.
Rimane comunque in piedi per Richter un’altra causa che gli è stata intentata da Microsoft per l’abuso commesso contro Hotmail. Quella, dice qualcuno, potrebbe essere l’occasione per una punizione esemplare. Ma ormai ci sperano in pochi.