C’è chi ha sottolineato come sia sfumata la possibilità di aggiornare una legge antica, sull’ormai delicato rapporto tra i vertici scolastici e gli alunni più avvezzi alle nuove condivisioni social. La Corte Suprema degli Stati Uniti non analizzerà due controversie legali legate all’utilizzo dei social network da parte di tre studenti a stelle e strisce.
Gli alunni erano stati puniti dai rispettivi istituti, accusati di aver diffuso online informazioni diffamanti nei confronti di alcuni docenti. Due ragazzi del Blue Mountain School District avevano infatti subito una lunga sospensione per la creazione di profili fasulli su MySpace , sfruttati per diffondere quelli che sono stati presentanti come dettagli scabrosi sulla vita privata dei loro insegnanti.
Pedofilia, uso smodato di droghe, omosessualità. Sono alcune delle “rivelazioni” postate dai due studenti sui falsi profili social. In West Virginia, una ragazza era stata sospesa ed espulsa dal gruppo delle cheerleaders per aver intrapreso attività di cyber-bullismo nei confronti di una sua collega di corso .
I giudici della Corte Suprema hanno ora lasciato intatte le precedenti decisioni sui due casi in esame. La studentessa era stata giudicata colpevole per maltrattamenti a mezzo social, mentre il Primo Emendamento della Costituzione statunitense era stato anteposto alle punizioni inflitte dai vertici scolastici.
Mauro Vecchio