Il Commissario europeo per l’agenda digitale Neelie Kroes ha ipotizzato che la questione della censura adottata in Cina possa rientrare nella competenza dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Oltre a sopprimere la libertà di espressione e soffocare il dissenso, infatti, la Grande Muraglia digitale eretta da Pechino limiterebbe anche il commercio internazionale.
L’ipotesi di sottoporre la questione all’OMC era stata già avanzata nel vecchio continente all’inizio del 2008, ed ora sarebbe appoggiata anche da rappresentati dell’industria ITC statunitense.
Nonostante alcuni non ripongano molta fiducia in tale tipo di intervento, proprio per il dubbio sulla natura commerciale della materia e le eccezioni (previste anche dal GATT, uno dei trattati commerciali su cui si basa l’OMC) di ordine pubblico e sicurezza che Pechino può contrapporre, l’OMC potrebbe rappresentare un buon campo di battaglia. Ha infatti un organo di risoluzione delle controversie efficace in quanto dotato di potere sanzionatorio: una eventuale condanna davanti al suo Dispute Settlement Body comporta il rischio di incappare in multe o sanzioni di vario ordine fin quando non si ottempera alle richieste del panel di giudici.
Claudio Tamburrino