In tanti hanno ricordato il detective John Anderton, protagonista del film di Steven Spielberg Minority Report . Braccato dalla legge, il personaggio interpretato da Tom Cruise veniva ad un certo punto riconosciuto da un futuristico cartellone pubblicitario. Che riusciva a riconoscere una qualsivoglia identità al semplice passaggio. Ma quelli attualmente in fase di sperimentazione in Giappone sembrano decisamente lontani dall’oscuro scenario orwelliano dipinto dallo scrittore Philip K. Dick. Perché non si tratta di messaggi pubblicitari capaci di riconoscere nomi completi o numeri di previdenza sociale. Più semplicemente, caratteristiche demografiche , come l’età e il sesso.
Dati che serviranno ai vari inserzionisti per far apparire all’improvviso un messaggio ad hoc, diretto verso i soli uomini oppure verso i più giovani. Ovvero quelle principali categorie demografiche relative a tutti quelli che si ritroveranno a passare nell’area di Tokyo, precisamente presso le varie stazioni della metropolitana .
Lì verranno infatti sperimentati degli speciali manifesti pubblicitari, dotati di sensori, piccole cam e un software di riconoscimento facciale . “La camera può riconoscere sia il sesso che l’età approssimativa di una persona – ha commentato un portavoce del progetto messo in piedi da 11 società ferroviarie del Sol Levante – a patto che questa osservi il display per almeno un secondo”.
Non accenna dunque a placarsi, in Giappone, la sperimentazione di nuovi format e di nuove tecnologie volte alla diffusione dei messaggi pubblicitari. NTT Communications aveva infatti già piazzato alcune telecamere sui cartelloni delle stazioni metro di Tokyo, per capire effettivamente quanti passanti si fermassero a guardare una pubblicità. Ora, pare che sarà la pubblicità a guardare loro.
Mauro Vecchio