New York (USA) – Negli Stati Uniti si sta scatenando un piccolo tsunami sulle agenzie “matrimoniali” online. Iniziano a fioccare le denunce per frode ai danni degli utenti in cerca di anima gemella. Due delle più importanti realtà impegnate nel mercato web degli appuntamenti al buio sono finite in tribunale perché avrebbero organizzato incontri truccati fra ignari utenti e propri dipendenti o aver creato profili finti per i single.
Match.com , sussidiaria di IAC/Interactive Corp., è stata accusata di aver incentivato il rinnovo degli abbonamenti di alcuni utenti con false e-mail romantiche, redatte dai dipendenti . In altri casi sarebbero stati organizzati veri e propri appuntamenti con fini di marketing. Insomma, l’azienda avrebbe tentato di giocare la carta dell’inganno pur di convincere al rinnovo degli abbonamenti online.
“Match.com è coinvolta in una pratica fraudolenta. Promuove una policy di integrità e poi inganna i consumatori”, ha dichiarato H. Scott Leviant, l’avvocato dello studio Arias, Ozzello & Gignac di Los Angeles che si occupa della causa.
“Non voglio entrare del merito della causa, ma certamente non assumiamo persone per organizzare appuntamenti fasulli con gli utenti o per spedire finte e-mail. Abbiamo 15 milioni di abbonati in tutto il mondo e circa 250 dipendenti”, ha dichiarato Kristin Kelly, portavoce di Match.com.
Anche Yahoo, con il suo servizio ” Personals “, è stata accusata di inserire nei suoi archivi online profili di finti utenti per far sembrare il numero dei single disponibili più ampio di quanto non sia realmente. Per ora non ha rilasciato commenti ufficiali sulla vicenda, ma è evidente che la bufera legale stia per farsi sentire sull’intero comparto. Sia nel caso di Match.com che in quello di Yahoo si tratta di “class action”, ovvero processi che possono coinvolgere un numero anche molto elevato di persone.
Secondo Online Publishers Association , gli statunitensi, nella prima metà del 2005, hanno speso in servizi “personali” ben 245,2 milioni di dollari, più del 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2004. Un fatturato enorme, che però inizia a mostrare i primi segnali di rallentamento nella crescita sia per l’accesa competizione che per il sospetto che in alcuni casi si possa trattare di truffe.
I servizi si sono decisamente evoluti nel tempo: adesso un utente in cerca di anima gemella può approfittare di strumenti avanzati che permettono di stabilire con precisione cose considerate utili, come i “livelli di compatibilità” e via dicendo.
Matthew Evans è stato il primo utente a “sentire puzza di bruciato” e a denunciare Match.com presso la Corte Distrettuale di Los Angeles. Secondo le sue dichiarazioni, all’ultimo appuntamento si era presentata una donna molto carina che dopo qualche chiacchiera aveva lasciato intendere di essere una stipendiata dell’agenzia. Ovviamente non vi era stato un dopo-cena, ma solo la sensazione che si trattasse di un subdolo mezzo per convincerlo a rinnovare l’abbonamento e spargere la voce, fra i suoi amici, di quanto fossero attraenti le donne selezionate da Match.Com.
L’avvocato Leviant ha spiegato che si è trattato sicuramente di una violazione del Racketeer Influenced and Corrupt Organization Act , ovvero la legge che normalmente viene citata per perseguire il crimine organizzato.
Robert Anthony, invece, il primo grande accusatore di Yahoo, ha fatto depositare lo scorso mese presso la Corte Distrettuale di San Jose, una denuncia per violazione del contratto, frode e pratiche commerciali illegali.
Dario d’Elia