Se l'informatica sbroglia la PA (e non solo)

Se l'informatica sbroglia la PA (e non solo)

di Andrea Buti - La tecnologia interviene nella comunicazione ancora e di più quando si tratta di trasformare pubblicazioni tecniche in materiali effettivamente accessibili a tutti, imprese e cittadini. Il caso PACTO
di Andrea Buti - La tecnologia interviene nella comunicazione ancora e di più quando si tratta di trasformare pubblicazioni tecniche in materiali effettivamente accessibili a tutti, imprese e cittadini. Il caso PACTO

Prima premessa – L’essere umano comunica con il cosiddetto modulo “digitale”, ossia con il linguaggio astratto basato su alfabeti fonetici, solo da qualche migliaio di anni, a dispetto di progenitori che hanno vissuto oltre due milioni di anni fa. È facile dedurre che la maggior parte dell’evoluzione dell’uomo sia stata contraddistinta da interazioni interpersonali basate sul modulo “analogico” (linguaggio del corpo, cinesica, espressioni corporee, atteggiamenti etc..): si può allora dedurre che siamo quantomeno poco “allenati” a comunicare con le parole.
Se a ciò si aggiunge che al linguaggio comune si sovrappongono i linguaggi tecnici (scientifici o legali) l’efficacia dei processi di trasferimento dell’informazione ne risulta in certa parte compromessa, specie se i contenuti debbono essere trasferiti a soggetti che quel tipo di comunicazione “tecnica” non conoscono.

Seconda premessa – In Italia sono in circolazione oltre 100.000 leggi. Non ho dati in relazione al numero dei provvedimenti amministrativi che vengono emessi ogni giorno, ma tra comuni, province, regioni ed amministrazioni centrali, il numero complessivo avrà diversi zeri.

Conclusione – Tralasciando il fatto che comunicare male in generale ed intendere, interpretare o applicare male la legge, avrà una sua rilevanza su circa 4.000.000 di cause (solo quelle civili) pendenti nel nostro Paese, vale la pena rimarcare i vantaggi che possono offrire le tecnologie informatiche al fine di migliorare i processi comunicativi negli e con gli enti pubblici.

Ignoro se alla base del progetto ci siano tali considerazioni ma, in ogni caso, mi piace pensare che valutazioni non troppo dissimili abbiano svolto coloro che hanno lavorato alla realizzazione di PACTO . Si tratta di un portale realizzato dalla Regione Toscana con la collaborazione dell’ ITTIG per la produzione e l’accesso di documenti amministrativi. Tra gli strumenti: modelli, banche dati e editor XML per la creazione di documenti strutturati (sia sotto Windows che Linux).

Oltre all’aspetto delle applicazioni software è stato curato anche quello della formazione del personale coinvolto, con la creazione di una piattaforma e-learning e di un manuale in.pdf (disponibile sotto licenza CC) in cui sono contenuti preziosi consigli sulla redazione degli atti amministrativi, proprio a cominciare da quelli relativi ad una buona scrittura.

La complessità del panorama normativo (riferimenti incrociati, abrogazioni, modifiche) e del linguaggio giuridico (non tutti quelli che producono atti amministrativi e – di certo – la gran parte di quelli che ne sono i destinatari, sono dotati di una laurea in legge…) possono essere gestiti con adeguati strumenti al fine di migliorare l’azione amministrativa degli enti locali e l’accesso/accessibilità agli atti: non sembra una cosa da poco.

Ci si lamenta spesso del fatto che le leggi non siano fatte bene o che non vengano applicate correttamente o che manchino fondi: stavolta sembra che qualcuno sia sia rimboccato le maniche di una ideale camicia “informatica” per non lasciare sulla carta la “digitalizzazione” (di una parte almeno) della pubblica amministrazione. E non solo.

Avv. Andrea Buti

I precedenti interventi di A.B. su PI sono reperibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
2 dic 2008
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