E se gli aggiornamenti del sistema Ubuntu diventassero improvvisamente mensili? La nota distribuzione Linux creata dalla comunità open source e da Canonical, viene solitamente rilasciata con cadenza semestrale, ma ora le cose potrebbero cambiare.
Secondo Scott James Remnant, membro del consiglio tecnico di Ubuntu che lavora per Google, questo appuntamento fisso non giova alla qualità del sistema operativo. Con l’ansia della scadenza da rispettare, dell’evento “irripetibile”, gli sviluppatori sono obbligati a proporre novità sostanziose da legare alla nuova versione e si ritrovano a scartare tutte quelle caratteristiche che non possono essere completate in tempo.
Remnant propone invece di “normalizzare” le release adottando un ciclo di uscite mensili, alla maniera del browser Chrome. In questo modo si potrebbe lavorare senza reali costrizioni di tempo, inserire solo nuove funzionalità considerate realmente “mature” e correggere il tiro dell’OS ogni 30 giorni.
L’idea, molto discussa dalla community Ubuntu, comprende anche la creazione dei tipici canali di sviluppo distinti, alpha e beta, che precedono la release stabile. Queste repository con micro-aggiornamenti dovrebbero comunque riguardare soltanto la versione “normale” di Ubuntu. La versione LTS (Long Term Support) del software, dedicata alle organizzazioni che hanno bisogno di maggiore stabilità, continuerebbe quindi a seguire la sua classica cadenza biennale.
Roberto Pulito