Non c’è solo Twitter a fungere da sfera di cristallo in grado di prevedere con un certo grado di successo eventi e tendenze. Anche i dati forniti da Wikipedia possono presentare capacità predittive molti simili a quelle della piattaforma cinguettante.
L’ipotesi è stata sollevata da Marton Mestyan, ricercatore presso la University of Technology and Economics di Budapest, secondo il quale le modalità di comportamento di Wikipedia permetterebbero di formulare previsioni credibili circa gli incassi cinematografici del box office un mese prima del calcolo effettivo.
Mestyan e il team di ricercatori da lui guidato hanno esaminato le occorrenze presenti sull’enciclopedia libera relative a 312 film usciti nel 2010 negli Stati Uniti, osservando, in particolare, il numero di visite, di editor e di modifiche delle pagine insieme a un particolare parametro concernente la partecipazione collettiva alla redazione delle pagine definito “rigore collaborativo”. Successivamente, il gruppo di studio è passato alla correlazione tra i dati ottenuti e il successo delle pellicole misurato dal box office: i risultati hanno dimostrato che le operazioni condotte su Wikipedia sono correlabili ai biglietti venduti al botteghino nel caso di film di successo.
Il livello di accuratezza del modello predisposto dalla ricerca avrebbe infatti registrato un risultato pari al 77 per cento. Una conclusione che farebbe luce su dinamiche che potrebbero interessare agli studios cinematografici per tracciare stime sull’andamento di mercato delle pellicole prodotte.
Non manca, tuttavia, qualche obiezione , soprattutto in relazione al fatto che i modelli di previsione proposti sono in grado di misurare solamente i film capaci di conquistare il grande pubblico. Infatti, se il box office prevede un sistema bimodale, con due categorie di gradimento capaci di classificare le pellicole di grande successo e quelle di successo minore, Wikipedia non possiede il medesimo meccanismo di ripartizione.
Al di là della conferma o della smentita della metodologia adottata dai ricercatori di Budapest, non c’è dubbio che l’area di studio relativa all’interpretazione dei dati “grezzi” offerti dai social media rappresenti un terreno di analisi in fermento così come evidenziato dalle innumerevoli ricerche prodotte sul tema.
Cristina Sciannamblo