Vicina al regime di Bashar al-Assad, la milizia hacktivista nota come Syrian Electronic Army (SEA) ha perso il controllo del suo sito ufficiale sea.sy , finito offline su ordine del registrar locale Syrian Computer Society (SCS). In un comunicato pubblicato su Pastebin, l’esercito cibernetico siriano ha puntato il dito contro la debolezza di alcuni membri dell’operatore locale, che hanno appunto deciso di non ospitare mai più il dominio dello stesso collettivo di smanettoni.
“SCS è stata sfruttata dai media arabi e occidentali come prova di un diretto collegamento tra il nostro gruppo e il governo siriano – si legge nel post pubblicato dai membri di SEA – La sua decisione di non ospitare più il nostro sito web dimostra che questo stesso collegamento, e tutte le tesi ivi costruite, risulta completamente privo di alcun fondamento”.
Mentre restano in piedi i vari account social del collettivo hacker, numerosi osservatori restano convinti che l’espulsione del dominio non provocherà alcun rallentamento nelle operazioni della milizia siriana. Gli stessi membri di SEA sono ormai famosi alla stampa occidentale dopo gli attacchi ai presidi digitali del Finacial Times , dell’agenzia Associated Press e del broadcaster britannico BBC , e non mancano i tentati affondi rispetto ad obiettivi come il sistema di acquedotti della città israeliana di Haifa.
Nelle indiscrezioni trapelate online, la decisione di SCS sarebbe stata suggerita dal governo di al-Assad, a causa dei costi troppo elevati per il supporto tecnico ai membri del gruppo hacker . “Non siamo supportati dal governo – assicura il gruppo su Pastebin – Siamo soltanto giovani siriani che vogliono difendere la nazione da quelle campagne mediatiche piene di bugie e notizie fabbricate ad arte”.
Mauro Vecchio