Orlando (USA) – Il prossimo anno Seagate lancerà sul mercato la sua seconda generazione di hard disk dotati di funzionalità di sicurezza integrate, funzionalità capaci, tra le altre cose, di crittare in hardware tutti i dati scritti sul disco.
Tra i nuovi drive con crittazione integrata c’è anche un modello per notebook, il Momentus 5400 FDE.2 (Full Disk Encryption 2), con formato di 2,5 pollici. Con questo hard disk Seagate intende competere con le soluzioni di crittazione real-time basate su software, come quella recentemente integrata da Lenovo in alcuni suoi portatili.
Nei nuovi dischi di Seagate la cifratura dei dati viene effettuata da un chip dedicato , e dunque è completamente indipendente dal PC. Questo stesso chip implementa una speciale versione del controverso Trusted Platform Module (TPM), chiamata da Seagate DriveTrust Technology : attualmente non si conosce quali interazioni vi siano tra DriveTrust e il TPM dei PC, ma c’è chi afferma che in futuro questi due chip potrebbero cooperare per impedire la registrazione di contenuti protetti da copyright .
Seagate è intenzionata a fare di DriveTrust una specifica standard del Trusted Computing Group ( TCG ), rilasciando nello stesso tempo le API e i tool necessari per implementare tale tecnologia all’interno delle applicazioni di terze parti.
Il colosso degli hard disk, che ora ingloba anche l’ex rivale Maxtor, ha spiegato che la cifratura dei dati avviene semplicemente impostando una password di accesso , la stessa che l’utente dovrà poi introdurre ad ogni accensione del sistema. Va sottolineato che se si smarrisce la parola chiave si può dire addio ai propri dati : neppure Seagate, infatti, può venire in aiuto dello sfortunato utente.
I dati vengono crittati utilizzando l’ algoritmo AES e una chiave da 128 bit, un’accoppiata capace di fornire un ragionevole livello di sicurezza anche agli 007.
Oltre al già citato Momentus 5400 FDE.2, tra i nuovi drive che integreranno DriveTrust vi saranno quelli della serie DB35 , indirizzati ai videoregistratori digitali e altri dispositivi elettronici di consumo. In questi dischi le funzionalità di sicurezza possono essere utilizzate dai produttori per evitare che gli utenti aggirino le tecnologie DRM software smontando l’hard drive e collegandolo ad un PC: un tentativo del genere bloccherebbe automaticamente l’accesso all’intero contenuto del disco.
Come si può vedere, dunque, i timori di cui si è parlato in precedenza attorno alle piattaforme “trusted” non sembrano irrealistici: per il momento, tuttavia, nessun produttore di computer si è azzardato ad implementare una tale funzionalità su notebook o desktop.
Sia il Momentus 5400 FDE.2 che i primi modelli di DB35 dotati di tecnologia DriveTrust sono previsti per il primo trimestre del prossimo anno.