Le autorità statunitensi avrebbero deciso di volerci veder chiaro sulla dipartita di Mark Hurd da Hewlett-Packard: ad interessare è la possibilità che abbia passato informazioni riservate sull’allora prossima acquisizione da parte della sua azienda di Electronic Data Systems .
Ad occuparsi del caso è la Securities and Exchange Commission (SEC): ad aver attirato l’interesse dell’ente governativo sono sempre le accuse dell’organizzatrice di eventi Jodie Fisher che, oltre ad aver tirato in ballo le molestie sessuali (ritirando l’accusa in seguito ad un accordo), aveva parlato di informazioni divulgategli dal CEO durante quella relazione .
Tanto era bastato, anche se l’investigazione sulle molestie era finita con un nulla di fatto, al Consiglio d’Amministrazione di HP per decidere che Hurd “non era stato all’altezza degli standard e dei principi di fiducia, rispetto e integrità” dell’azienda. In ballo, oltre alle dichiarazioni della donna, alcuni conti spese del CEO, pagamenti a favore della donna ritenuti inappropriati rispetto alla consuetudine aziendale e il semplice fatto di aver nascosto la predilezione per la bionda organizzatrice d’eventi.
Nell’indagine della SEC potrebbero anche finire i conti di Hurd (dal momento che è illegale utilizzare soldi aziendali per hotel e cene private) e se abbia distrutto o meno eventuali prove prima di lasciare HP: secondo una fonte vicina ai fatti l’ex CEO avrebbe eliminato dati da un PC utilizzato dalla sua famiglia per difenderne la privacy .
In ogni caso, gli eventuali reati legati all’insider trading si concretizzerebbero solo nel momento in cui fosse dimostrato che Jodie Fisher abbia rivenduto o utilizzato quelle stesse informazioni per fini commerciali .
Un portavoce di Hurd, ora ad Oracle, ha riferito che l’eventuale azione della SEC è un atto dovuto “data la caduta delle azioni HP dopo la sua dipartita”, ma che “Mark si è comportato in maniera corretta in tutti gli aspetti della vicenda”.
Claudio Tamburrino