Second Life, il mondo virtuale lanciato nell’ormai lontano 2003, potrebbe entrare nel metaverso. La notizia arriva dopo l’annuncio che Philip Rosedale, fondatore del mondo di Linde Lab, sta tornando per lavorare a un progetto che guiderà il suo ingresso nel metaverso. Un po’ come Steve Jobs quando, negli anni ’90, tornò ad Apple.
Second Life si sta preparando al metaverso
Second Life ha introdotto per la prima volta, forse, l’idea di mondo virtuale. Ovviamente all’epoca del suo debutto la parola metaverso non era sulla bocca di tutti come lo è oggi. Però, per questa avventura pare che la squadra di Linden Labs abbia deciso di affidarsi a Philip Rosedale, ex CEO che lasciò la società nel 2008.
La nuova avventura ha portato Rosedale a perfezionarsi nell’ecosistema della realtà virtuale, tanto che nel 2013 ha creato High Fidelity, una società di social VR. Ed è proprio Hight Fidelity che ieri ha annunciato la nuova partnership con Linden Labs. L’investimento, sia in denaro che in risorse, ha come obiettivo quello di traghettare Second Life nel metaverso. High Fidelity parla di “brevetti informatici distribuiti” che dovrebbero modernizzare la comunità anche con ambienti decentralizzati.
Big Tech regalando visori VR e costruendo un metaverso sulle loro piattaforme di modifica del comportamento basate sulla pubblicità non creerà un’unica utopia digitale magica per tutti.
Fa un po’ strano vedere Rosedale lavorare a favore del metaverso e di tutto ciò che lo caratterizza. Infatti, proprio lui si è sempre detto contrario a questa realtà definendola, senza mezzi termini, “un fallimento totale“. Ciò nonostante, è abbastanza lungimirante da aver capito che il futuro sarà fondato sui token non fungibili (NFT). Pensiamo a eToro che ha realizzato MeverseLife, un portafoglio intelligente per investire in azioni e criptovalute nel metaverso.
Quali saranno le innovazioni future
Ora però arriva il bello. Quali saranno le innovazioni future a cui sta pensando Rosedale per Second Life nel metaverso? L’idea sembra essere quella di creare una commistione tra la tecnologia VR e la possibilità di riprodurre animazioni facciali anche agli avatar grazie alle telecamere che sfruttano la tecnologia del tracciamento facciale:
Usare la webcam per animare un avatar, è una via di mezzo davvero interessante. Non abbastanza persone guardano quello spazio, è quello su cui ho passato molto tempo a pensare.
Infine, Rosedale ha accennato anche agli NFT. I dati parlano chiaro. Su Second Life vengono venduti circa 375 milioni di articoli in media a 2 dollari ciascuno. All’effettivo, secondo lui, questi dovrebbero già essere NFT:
Fondamentalmente questi sono tutti NFT: l’idea centrale di consentire alle risorse digitali di essere contrassegnate e consentire loro di essere scambiabili e condivisibili. Naturalmente, questi elementi all’interno di Second Life non sono registrati sulla blockchain, e quindi non possono esistere al di fuori del gioco, che sono proprietà essenziali degli NFT.