Linden Lab, l’azienda sviluppatrice di Second Life, ha annunciato il taglio del 30 per cento del suo staff , che in totale dovrebbe comporsi di 300 impiegati, con l’obiettivo di una “ristrutturazione strategica” per aggiornarsi ai tempi dei social network.
A livello aziendale la ristrutturazione dovrebbe riguardare la divisione prodotti, quella che si dedica alla programmazione e dovrebbe comportare un rafforzamento della squadra sviluppo software. Gli uffici britannici e quelli a Singapore sono destinati a chiudere, e i tagli dovrebbero riguardare tutti i reparti.
Il CEO Mark Kingdon ha inquadrato gli obiettivi principali: eliminare la necessità di scaricare e installare un software specifico (e pesante) creando un’esperienza di mondo virtuale interamente a mezzo browser ed estendere Second Life ai social network . Lo scopo, insomma, è renderlo accessibile ad una più ampia fetta di netizen.
Da quando Second Life ha esordito, nel 2003, la Rete è cambiata e il mondo virtuale che sembrava destinato a diventare il fenomeno dominante si è ritagliato una nicchia. Ha mantenuto uno zoccolo di utenti in grado di garantirgli un profitto, in particolare grazie al commercio di beni virtuali sulla piattaforma. Linden Lab vuole ora provare a tornare a crescere, cercando al contempo di non rendere traumatico il passaggio della vecchia guardia di utenti alla nuova piattaforma, per non rischiare di vederli disaffezionati.
Per trovare una nuova strada per portare in Rete il suo mondo virtuale tra l’altro, Linden Lab potrà lavorare all’ integrazione del 3D nel Web , aumentando potenzialmente il valore della ricerca compiuta nei suoi laboratori.
Claudio Tamburrino