L’Europa scommette sulla ricerca scientifica per approdare a batterie di nuova generazione, che aumentino l’efficienza delle tecnologie attuali e possano portare a nuove politiche energetiche basate su accumulo e mobilità. In queste ore la Commissione Europea ha infatti dato il via libera al secondo Importante Progetto di Interesse Comune Europeo (IPCEI) sulle batterie, del quale l’Italia fa parte in coabitazione con Austria, Belgio, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia.
L’Italia scommette sulle batterie
L’obiettivo è riuscire ad approdare a nuove tecnologie, ma non solo: la ricerca è quella di una vera e propria catena di valore in grado di regalare all’Europa una filiera sostenibile “che porterà a produrre materie prime, celle, moduli e sistemi di batterie di nuova generazione e che consentirà la riconversione e il riciclaggio delle batterie con metodi innovativi e più efficienti“.
Sul tavolo dei progetti l’Italia ha portato dodici imprese (Endurance, Enel X, Engitec, FCA Italy, Fiamm, Fluorsid Alkeemia, FPT Industrial, Green Energy Storage, Italmatch Chemicals, Manz Italia, Midac, Solvay) e due centri di ricerca (ENEA e Fondazione Bruno Kessler). Il primo progetto è datato 2019, mentre quello odierno aveva scadenza fissata a fine 2020.
Questo nuovo progetto integrato Europeo – favorendo la transizione dai combustibili fossili verso un’energia più pulita – risponde pienamente all’ambizioso obiettivo fissato dall’Unione Europea che mira a trasformare radicalmente il proprio tessuto economico ed industriale, attraverso una transizione verde e digitale che porterà l’Europa alla neutralità climatica nel 2050.
Sposando le motivazioni che hanno portato al bando europeo, l’Italia cerca di garantirsi un importante finanziamento che andrebbe a stimolare ricerca e sviluppo lungo tutta la filiera degli accumulatori: una scommessa importante che il nostro Paese sta facendo su un settore di altissimo potenziale.