Seeqpod, il servizio di streaming musicale finito alla gogna dopo le accuse mosse dall’industria dei contenuti musicali, si vende. In seguito alla decisione di fare ricorso al Chapter 11 della legge fallimentare statunitense, i vertici dell’azienda starebbero pensando di liberarsi di quel che rimane della baracca, includendo nel pacchetto una buona dose di dati degli utenti registrati al servizio.
La notizia, su cui si vocifera da qualche tempo, pare essere confermata dal momento che il registrar Sedo ha messo pubblicamente in vendita il dominio seeqpod.com e, stando a fonti vicine a Sedo citate da Digital Music News , il prezzo sarebbe stato fissato: chi vorrà aggiudicarsi quel che rimane del servizio dovrà sborsare non meno di 125mila dollari.
Chiunque acquisterà le ceneri di Seeqpod, di cui in verità non rimane molto dopo le agguerrite azioni legali intraprese da etichette come EMI, Warner e Capitol Records, potrebbe anche aggiudicarsi l’intero pacchetto, provvisto di succulenti dati relativi agli utenti registrati: stando a quanto dichiarato da Digital Music News , l’affare include quasi un milione di indirizzi email appartenenti agli ex iscritti al sito, nonché uno stock di 400mila playlist ormai congelate con relative informazioni.
Un’informazione, quest’ultima, da prendere con le pinze, dal momento che stando a quanto dichiarato dall’ex CEO Kasian Franks la vendita non sarebbe strettamente collegata alla tecnologia del sito, tantomeno al brand stesso. Quello che sembrerebbe trasparire è che nell’affare saranno con tutta probabilità coinvolte le stesse aziende che hanno dato il via alle azioni legali contro il sito.
Tra queste, potrebbe esserci anche Microsoft, dal momento che cliccando sul logo di Seeqpod l’utente viene automaticamente reindirizzato su Bing , il search engine di Redmond nuovo di zecca. In attesa di capire quale sarà l’epilogo della vicenda, Sedo fa comunque sapere che l’interesse mostrato nei confronti del dominio incalza.
Vincenzo Gentile