Roma – Non è raro vedere persone che parlano al cellulare e allontanano il telefono dal’orecchio, oppure alzan gli occhi al cielo, dimostrando disinteresse o disaccordo con la persona con cui stanno conversando. Proprio all’interlocutore “noioso” sembrano aver pensato alcuni ricercatori del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology , che hanno sviluppato uno strumento per smascherare i… maleducati.
Si tratta di “Jerk-O-Meter” (o “JerkoMeter), misuratore di maleducazione: collegato ad un telefono, contiene un software che è in grado di identificare vocaboli, frasi e atteggiamenti che indicherebbero il disinteresse di un interlocutore durante una conversazione telefonica.
Il progetto ha avuto origine da due esperimenti: nel primo, venti persone (dieci donne e dieci uomini) estranee fra loro sono state invitate in un laboratorio per intavolare brevi conversazioni telefoniche. Ad ognuna è stata assegnata una votazione da 1 a 10 (1 – per nulla interessante, 10 – interessantissima).
Duecento conversazioni sono state sufficienti ai ricercatori per identificare una serie di elementi (parole, espressioni vocali, intercalari) che, con un’attendibilità dell’80%, sarebbero utili a classificare e giudicare una conversazione. In questa prima fase sarebbe emerso, ad esempio, che per gli uomini è più importante l’argomento, mentre le donne presterebbero più attenzione all’interlocutore e alle emozioni derivate dalla chiacchierata.
Il secondo esperimento ha avuto luogo in un laboratorio in cui gli studenti praticano lo “speed dating” (brevissimi incontri finalizzati a trovare la propria “partner”), dialoghi in cui l’attenzione è determinante. Qui gli studiosi hanno rilevato altri parametri simili ai precedenti che sarebbero indice di attenzione e interesse: sillabe, frasi, anche suoni gutturali.
Lo sviluppo di Jerk-o-Meter è il risultato dell’insieme dei risultati dei due test che, negli intenti dei ricercatori, potrebbe presto comparire come accessorio per telefoni cellulari.
Magari distribuito dalla società iMetrico, fondata dai due ricercatori del MIT Alex Pentland e Anmol Madan, che hanno preso parte al progetto. Pentland sembra anche voler attribuire un ruolo sociale alla nuova invenzione: “Tutti praticamente hanno un telefono cellulare, e i telefoni oggi sono potenti quanto un computer. Potrebbero essere utilizzati per fare molte cose, ma non sono ancora stati sfruttati perché non supportano il modo di vivere degli esseri umani”.
Dario Bonacina