Sono trascorsi nove mesi da quell’incidente a Tempe (Arizona) che è costato la vita alla 49enne Elaine Herzberg, travolta da una delle self-driving car della flotta Uber durante una fase di test del sistema. Ora i veicoli a guida autonoma del gruppo sono pronti a tornare in strada: la ripresa delle attività proprio in queste ore, a Pittsburgh, in seguito all’autorizzazione concessa dal Department of Transportation della Pennsylvania.
La guida autonoma di Uber a Pittsburgh
In un primo momento i SUV Volvo equipaggiati con la tecnologia percorreranno solo ed esclusivamente un tragitto predefinito dalla lunghezza di circa 1,5 Km collocato nell’area Strip District della città, vicino al quartier generale della divisione Advanced Technologies Group. Non verrà inoltre superata una velocità massima di 25 Km/h e a bordo saranno sempre presenti due piloti addestrati che Uber chiama Mission Specialist.
Insomma, un riavvio graduale del programma, caratterizzato da un approccio cauto, necessario in considerazione di quanto accaduto. Queste le parole attribuite a Eric Meyhofer, numero uno del team ATG.
Abbiamo implementato le raccomandazioni derivanti da una revisione dei nostri processi, integrando miglioramenti tecnici, operativi e organizzativi. Questo ha richiesto una lunga analisi e diverso tempo. Ora siamo pronti per andare avanti.
Sulle self-driving car impiegate nei test sarà attivato il sistema di frenata automatica sviluppato da Volvo e gli operatori presenti a bordo verranno costantemente monitorati. Tornando all’incidente del marzo scorso, parte della responsabilità è da attribuire a Rafaela Vasquez, 44 anni, che negli attimi immediatamente precedenti all’impatto anziché tenere gli occhi ben fissi sulla carreggiata stava (secondo quanto emerso) guardando uno show di Hulu in streaming sul proprio smartphone.
La visione per la mobilità intermodale
Le self-driving car rappresentano uno dei tasselli che costituiscono la visione a lungo termine del gruppo relativa a una forma di mobilità intermodale. Il CEO Dara Khosrowshahi ne ha parlato più volte, facendo riferimento non solo alle auto, ma anche a bici e scooter, mezzi più agili nel contesto urbano a cui affidarsi per percorrere brevi distanze senza rimanere imbottigliati nel traffico.
I mezzi a guida autonoma di Uber tornano in strada, con la stessa ambizione che ha accompagnato i primi passi dell’iniziativa, ma al tempo stesso con la consapevolezza di quanto ancora ci sia da lavorare prima di poter affermare l’assoluta affidabilità della tecnologia a cui un giorno (si spera non troppo lontano) delegheremo la sicurezza dei nostri spostamenti.