Roma – Il Web rischia di rimanere una bolla virtuale, un mondo a parte dove potersi dissetare alla fonte del Sapere. Se sei davanti ad un pc collegato alla rete hai delle possibilità, ma appena te ne allontani le cose cambiano. Ecco allora l’idea: avvicinare ed integrare il mondo del sapere virtuale (quello libero di Wikipedia) al mondo reale dell’uomo della strada. In altre parole rendere mobile il sapere libero di Internet . E non è poco.
Immaginate di essere in una città che non conoscete e di sentire il bisogno di avere informazioni sulla sua storia, i suoi personaggi, i monumenti e tanto altro. Bastano pochi secondi se si ha un accesso alla rete. Può non essere così semplice se si sta passeggiando per strada.
A risolvere il problema ci provano due ragazzi con www.semapedia.org , progetto che associa le potenzialità dell’enciclopedia più vasta al mondo e per giunta gratis ( Wikipedia , appunto) ad una tecnologia denominata Semacode : questa si basa su uno speciale “codice a barre” bidimensionale, realizzato nero su bianco e decodificabile da un lettore ottico. Il lettore si può installare facilmente sui cellulari dotati di fotocamera: utilizzandolo sul “tag bidimensionale” è possibile ricavare il link dedicato dell’enciclopedia web.
Per riprendere un esempio avanzato dai promotori del progetto: per sapere tutto di un monumento , diciamo sull’Altare della Patria a Roma, senza conoscerne neppure il nome, basterebbe puntare il cellulare (connesso ad Internet) sul tag ed attendere il risultato con le informazioni fornite da Wikipedia.
Perché ciò accada, però, è necessario non solo che su Wikipedia esista una pagina dedicata ma anche che sul monumento sia presente il tag Semacode. Ed è qui che i giochi si fanno difficili. Se un’etichetta su un monumento è una soluzione evidentemente ben poco pratica (ma i tag in giro sono già moltissimi come si può vedere su Flickr ), i creatori di Semapedia stanno lavorando su un’altra soluzione.
Per saperne di pià Punto Informatico ha scambiato quattro chiacchiere con l’inventore ed il promotore di www.semapedia.org , Alexis Rondeau , giovane che si è lanciato a capofitto in questa avventura originale che lascia intravedere spiragli affascinanti.
Punto Informatico: Quando nasce precisamente l’idea di Semapedia?
Alexis Rondeau: Circa 3 mesi fa, precisamente il 28 giugno mentre mi trovavo a Vienna davanti ad un grosso edificio (che poi si è rivelato essere il Palazzo imperiale) e pensavo: “Come mi piacerebbe sapere tutto di questa opera d’arte” ma come fare per saperne di più? Allora mi sono detto:”Magari potessi avere qui con me Wikipedia”. Da quel momento ho cercato il modo per rendere “fisica una metainformazione” fondendo il virtuale con il fisico.
PI: E poi cosa è successo?
AR: Sembrerà strano ma sono andato a postare la mia idea iniziale proprio su Wikipedia lo stesso giorno. Ma non mi pare siano stati particolarmente entusiasti visto che poi l’amministratore ha provveduto a cancellare il mio userspace.
PI: Ma non ti sei perso d’animo…
AR: infatti. Ho sentito il mio vecchio amico, Kevin Slavins, che lavora nel campo dei codici soprattutto per ConQwest 2004 . Sono venuto a conoscenza della tecnologia Semacode che ci è sembrata subito il miglior modo per “linkare” cose fisiche con le Url. Per fortuna sulla mia strada ho incrociato Stan Wiechers che ha prodotto esperimenti ed applicazioni con Semacode. Mi è sembrato un segno. Così abbiamo lavorato sul nome: Wikipedia+Semacode= Semapedia. Suonava bene… In realtà il nome è opera di Stan. Io avrei preferito “Semawiki”.
PI: Il sito è stato pubblicato ai primi di settembre: così avete lavorato sodo luglio e agosto. Non è così?
AR: Sì. Ho capito che una idea per quanto buona rimane sempre una idea. Occorre molta fatica per trasformarla in realtà. Con Stan abbiamo pensato a tutti i particolari per arrivare ai primi giorni di settembre.
PI: Non si è trattato comunque soltanto di preparare il sito…
AR: Avevamo bisogno di dimostrare l’utilità con alcuni progetti pilota avviati per ora a Vienna, New York e La Paz. Se c’è una cosa che ho imparato nello scorso mese è quanto è importante avere dei partner giusti che ti completino. Ci siamo divertiti ed ora iniziamo a raccogliere i primi consensi.
PI: Avete pensato anche ad altre tecnologie oltre al Semacode?
AR: Esistono altre possibilità tecnologiche emergenti, ci sono altri Datamatrix come Rfid o il Bluetooth o il Gps. Ma il motivo per cui abbiamo preferito Semacode è che è realmente veloce da produrre, economico e fondamentalmente tutti possono essere in grado di crearlo: bastano pochi secondi .
PI: Ma non pensate che attaccare etichette sui monumenti di tutto il mondo non sia esattamente una cosa semplice?
AR: Credo fondamentalmente che ci siano due strade per realizzare il progetto: la prima è sensibilizzare le persone, e far crescere la comunità non dovrebbe essere difficile poiché sono le stesse persone che già operano su Wikipedia. Queste persone sparse per il mondo stanno già iniziando a collaborare. Certo, attaccare etichette potrebbe sembrare poco professionale ma per ora funziona. In futuro si potrebbe pensare a chip, così forse sarebbe più professionale.
PI: E la seconda strada?
AR: Il progetto potrebbe avere altre implicazioni, allargarsi, come per esempio svolgere una funzione di supporto per le agenzie turistiche, oppure operare in sinergia con i colossi della telefonia mobile – che svolgerebbero il servizio di accesso ad Internet – ed i produttori di cellulari. Con il loro aiuto contiamo di far crescere il progetto e renderlo “permanente” e non più precario.
Il successo di Semapedia credo risieda nell’unione fra la comunità motivata e le Corporations allo scopo di creare il prossimo modo di accesso e consumo di informazione ad alta qualità.
PI: Per finire, quanti lavorano al progetto ora?
AR: Il nucleo è formato da me e da Stand Wiechers; io sono a Vienna e lui è a New York, ma abbiamo collaboratori in Finlandia, Svezia, Germania e Regno Unito e persino in Cina.
PI: In che modo siete legati alla Wikipedia Fondation?
AR. Il legame più importante è il nostro supporto.
a cura di Alessandro Biancardi