Phoenix (USA) – Un milione di dollari per evitare una pesante causa per associazione a delinquere ai fini della violazione del copyright. Già, è proprio questa la sanzione che un’azienda americana ha accettato di auto-infliggersi pur di evitare che la denuncia dei discografici della RIAA arrivasse in tribunale.
Il caso è del tutto singolare perché l’associazione delle majors del settore, che da anni perseguono tutto ciò che sfugge al loro controllo in tema di musica e tecnologia, per la prima volta ha stanato un server “privato” dedicato alla condivisione di file.
Occorre dire che la Integrated Information Systems , in Arizona, si occupa proprio di tecnologie pensate per la condivisione di file in una rete. Il problema, però, è che su un server utilizzato per il “testing” da parte degli impiegati della IIS si trovavano, a quanto pare, grandi quantità di file musicali in formato mp3.
Stando alla ricostruzione fornita dalla RIAA, le major sarebbero state allertate da una email inviata da una persona il cui nome non è stato reso noto. Questi avrebbe avvertito dell’esistenza del server e la RIAA sarebbe riuscita a verificarne la presenza. Da lì la denuncia e, ora, la capitolazione di IIS.
“Speriamo – ha spiegato un dirigente RIAA – che questo scoraggi altre aziende dal mettere in piedi attività di questo tipo”. “La RIAA – ha sottolineato il manager – ringrazia per la loro assistenza coloro che ci aiutano a combattere la pirateria. Con l’aiuto di una soffiata arrivataci via email siamo riusciti a fermare questo caso di violazione del copyright”.