Nuova sanzione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) nei confronti degli operatori telefonici italiani. Al termine delle verifiche effettuate è stata accertata l’attivazione di servizi premium senza il consenso degli utenti. Pertanto TIM, Vodafone e Wind Tre dovranno pagare una multa superiore a 2,2 milioni di euro.
Sanzione per servizi premium non richiesti
Le segnalazioni ricevute dall’autorità (a partire da agosto 2019) per TIM e Wind Tre sono simili. Diversi utenti hanno lamentato addebiti anomali per attivazioni di servizi premium su SIM dedicate al controllo remoto di particolari dispositivi (teleallarme o telesorveglianza). I due operatori hanno dichiarato che le attivazioni sono avvenute mediante tecniche di spoofing, ovvero da numeri di telefono diversi da quelli su cui è stato addebitato il costo del servizio.
Sia TIM che Wind Tre hanno aggiornato successivamente i loro sistemi per evitare l’attivazione dei servizi premium, implementando il cosiddetto “barring“. AGCOM ha tuttavia rilevato che le misure non sono state adottate con tempestività. Inoltre i due operatori non hanno gestito in maniera efficace i reclami e i successivi rimborsi. Pertanto TIM dovrà pagare una sanzione di 638.000 euro, mentre la multa per Wind Tre ammonta a 812.000 euro.
Le segnalazioni ricevute invece dagli utenti Vodafone coprono un arco temporale maggiore (2017-2020). In questo caso, oltre all’attivazione di servizio premium non richiesti, l’autorità ha accertato anche il mancato rimborso da parte dell’operatore. Vodafone ha evidenziato che il numero di attivazioni è diminuito nel corso degli anni, grazie all’introduzione di modifiche ai sistemi.
AGCOM non ha tuttavia ritenuto sufficienti queste misure, ordinando a Vodafone il pagamento di una sanzione di 754.000 euro. I tre operatori possono impugnare la decisione dell’autorità davanti al TAR del Lazio entro 60 giorni.