Dopo oltre vent’anni il progetto SETI@home annuncia la sua chiusura, almeno nella forma attuale. Per chi non ne fosse a conoscenza, “La ricerca dell’intelligenza extraterrestre a casa” è un’iniziativa di calcolo distribuito lanciata alla metà del 1999 dallo Space Sciences Laboratory dell’Università della California Berkeley con l’obiettivo di impiegare la capacità di elaborazione dei computer di tutto il mondo per analizzare segnali radio provenienti dallo spazio.
Stop a SETI@home dopo quasi 21 anni
Le informazioni inviate a milioni di nodi nel pianeta sono quelle catturate dal radiotelescopio di Arecibo (Porto Rico) e dal Green Bank Telescope (Stati Uniti). Sfruttando CPU e GPU dei collaboratori volontari vengono cercati picchi nello spettro di potenza, oscillazioni gaussiane nella potenza di trasmissione e impulsi virtualmente legati a una trasmissione. Il motivo dello stop è presto spiegato: i partecipanti hanno generato un tale volume di dati che i ricercatori non sono in grado di tenere il passo nella successiva e necessaria fase di analisi.
Non è fin qui stata trovata alcuna forma di intelligenza extraterrestre, ma ora sappiamo in quale direzione puntare lo sguardo: la sorgente radio SHGb02+14a individuata nel 2003 tra le costellazioni dei Pesci e dell’Ariete è una possibile candidata per ulteriori sviluppi.
Grazie ai tanti volontari che hanno aiutato a esaminare i dati per SETI@home negli ultimi due decenni. Il 31 marzo il progetto smetterà di distribuire nuovo materiale agli utenti, ma non sarà la fine del coinvolgimento pubblico nella ricerca SETI.
Thanks to the many volunteers who have helped crunch data for SETI@home in the last two decades. On March 31, the project will stop sending out new work to users, but this is not the end of public engagement in SETI research. pic.twitter.com/P0t0v8w7n4
— UC Berkeley SETI (@BerkeleySETI) March 3, 2020
Il successo di SETI@home è dovuto in gran parte anche alle community che si sono venute a creare spontaneamente riunendo i partecipanti in discussioni e confronti sul software e sui progressi effettuati. A livello di dispositivi supportati, oltre ai computer con sistemi operativi Windows, macOS e Linux da qualche anno è scaricabile anche la versione del software per Android.